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Regione, sì alla legge sulla variazione della tassa per il diritto allo studio universitario

Consiglio Regionale della Liguria

Regione. Con 22 voti favorevoli e 14 contrari(centrodestra), questa mattina, in Consiglio Regionale, è stato approvato il Disegno di Legge “Variazione della tassa per il diritto allo studio universitario”. In base all’indicatore della Situazione Economica Equivalente Univeristario (I.S.E.E.U) a partire dall’anno accademico 2011-2012 la misura della tassa universitaria viene così determinata: euro 70,00 (settanta) per un reddito I.S.E.E.U. sino a euro 13.000; euro 85,00 (ottantacinque) per un reddito I.S.E.E.U. da 13.000,01 a € 20.000 euro; euro 105,00 (centocinque) per un reddito I.S.E.E.U. da 20.000,01 a € 30.000 euro; euro 135,00 (centotrentacinque) per un reddito I.S.E.E.U. da 30.000,01 a € 50.000 euro ed oltre.

La tassa regionale deve essere pagata entro i termini di scadenza dell’iscrizione e contestualmente ad essa all’Università degli Studi di Genova o alle Istituzioni di Alta Formazione Artistica e Musicale (A.F.A.M.). Lo studente che provvede oltre tale termine è tenuto al pagamento di una indennità di mora pari al trenta per cento della tassa per i ritardi da uno a trenta giorni e del cinquanta per cento della tassa per i ritardi oltre i trenta giorni. Nella relazione di maggioranza Alessio Cavarra (Partito Democratico) ha sottolineato che con questo disegno di legge la Regione Liguria intende ridisciplinare, attraverso una più appropriata applicazione dei principi di equità e progressività, la tassa per il diritto allo studio.

“Una tassa – ha spiegato Cavarra – il cui ricavato è interamente destinato a cofinanziare gli interventi riservati agli studenti che, sulla base dei requisiti di merito e di reddito previsti dalla normativa vigente, utilizzano i servizi dell’Azienda regionale per i servizi scolastici e universitari (Arsu). Il provvedimento, oltre a prevedere che il reddito della famiglia dello studente sia calcolato attraverso l’Iseeu, introduce un aumento della tassa regionale esclusivamente per le famiglie con i redditi più elevati., lasciando invariati gli importi per i redditi più bassi già stabiliti con legge regionale nel 2006. Quindi con questo provvedimento, non si attua quindi un mero e indiscriminato aumento della tassa, che risulterebbe un ingiusto e inopportuno aggravio ulteriore per le famiglie meno abbienti, ma, al contrario, si vuole rimodulare la tassa proprio per recuperare risorse da destinare agli studenti che più meritano e più hanno bisogno. Dal 2006, per quattro anni, è stato possibile coprire la totalità delle domande di borse di studio. Oggi, però, la diminuzione dei finanziamenti per il diritto allo studio da parte del Governo rischia di mettere in crisi i servizi a favore degli studenti, poiché le risorse disponibili non sono più sufficienti a soddisfare come in passato tutte le domande dei ragazzi”.

“Dunque la rivalutazione degli importi consentirà – ha continuato Alessio Cavarra – attraverso il recupero di nuove risorse, la continuità dei servizi destinati al diritto allo studio universitario, dando così attuazione allo strumento di programmazione regionale costituito dal piano triennale recentemente approvato dal Consiglio regionale. Con questo testo normativo viene inoltre introdotto, per la prima volta, l’istituto della mora per i ritardati pagamenti. In particolare, l’articolo 1 comma 2 prevede il pagamento di un’indennità di mora pari al 30% della tassa per i ritardi da 1 a 30 giorni e del 50% della tassa per i ritardi oltre i 30 giorni. Questo provvedimento va nella direzione di rendere sempre più effettivo e universale il diritto allo studio”.

Edoardo Rixi (Lega Nord) ha commentato: “Questo provvedimento ci lascia esterrefatti. Ricalca quanto già adottato in precedenza e che non si è rivelato efficace. Noi crediamo che in questo momento un eventuale aumento delle tasse deve essere finalizzato all’aumento delle borse di studio da assegnare secondo criteri che garantiscano davvero i meno abbienti e non, come purtroppo avviene oggi, chi sostiene, mentendo, di non avere reddito. La destinazione ad incremento delle borse di studio è scritta soltanto nelle premesse e non nel testo della legge. I proventi vanno all’università, ma non si sa come saranno spesi. Oggi siamo alla prima fase di una lunga serie di aumenti da parte della Regione”.

Rixi con un ordine del giorno, che è stato respinto in quanto chiedeva anche di rivedere i criteri di assegnazione delle borse, sollecitava maggiori controlli nel dispensare le stesse. Matteo Rossi (Sel) ha ribattuto: “Rixi è lontano dalla realtà. Faccia una concreta controproposta rispetto a quanto abbiamo previsto noi, visto che il governo tagli i fondi per il diritto allo studio. Non è certo la giunta a mettere le mani nelle tasche dei liguri”.

Luigi Morgillo ha accusato la legge di “strozzinaggio”. Ha spiegato: “Mette una tagliola su chi non ha i soldi per pagare entro i termini previsti la tassa per il diritto universitario. Chi non paga per tempo settanta euro, vuol dire che non ce l’ha. E la Regione per contropartita lo colpisce con multe pesantissime, addirittura del cinquanta per cento per i ritardi oltre i cinquanta giorni. Quindi per chi deve pagare 135 euro e lo fa in ritardo, la somma aggiuntiva è di sessantasette euro. Non è strozzinaggio questo? Neppure le banche mettono taglie così alte. Non dimentichiamoci che chi paga in ritardo con ogni probabilità lo fa perchè deve dare priorità ad altre bollette, ad esempio il gas o l’acqua”.

Marco Melgrati (Pdl): “La ricetta del centrosinistra per affrontare questo difficile momento è semplicemente quello di aumentare le tasse. Rossi ha accusato il centrodestra di non avanzare proposte concrete. Ne abbiamo fatte almeno tre: destinare i fondi aggiuntivi alle borse di studio per i meno abbienti, modificare i meccanismi che colpiscono eccessivamente chi non paga nei tempi dovuti e fare verifiche su chi percepisce i benefici”. Ha quindi proposto di riportare la legge in commissione per “una pausa di riflessione”.

Giancarlo Manti (Pd): ha definito il dibattito surreale e ha richiamato alla necessità di esaminare i “numeri”: “Nel 2008 il fondo integrativo nazionale che ha percepito l’Arsu ammontava a 4.072.253 euro, nel 2011 è sceso a 2.232.758. Alla luce di questi dati è chiaro che il testo in esame vuole garantire alle famiglie meno abbienti la possibilità di far studiare i loro figli.. Fino a ventimila euro di ISEEU la situazione resta invariata. Viene variata di cinque euro all’anno la fascia successiva. Aumenti che sono assolutamente in linea e al di sotto del costo della vita. Questo provvedimento con questa rivalutazione ci consente di reperire nuove risorse e, dunque, di garantire la continuità ai servizi per il diritto universitarie. Siamo tutti favorevoli a maggiori controlli per chi percepisce borse di studi, tenendo conto che gli illeciti diventano oggetto di indagini da parte della magistratura, di ordine penale”.

L’assessore alle Risorse finanziarie, istruzione, formazione e università, Sergio Rossetti ha spiegato: “I dati che ha citato Manti in merito alla riduzione delle risorse statali si commentano da sole. La Conferenza delle Regioni all’unanimità ha rigettato il decreto del ministro Gelmini che prevedeva, in contrasto con le leggi, che il Governo andasse ad esaurimento del Fondo per il diritto allo studio universitario. Invece la legge prevede che i livelli essenziali pubblici di servizio, come il diritto allo studio universitario, siano finanziati direttamente dallo Stato. Per quanto riguarda i fuoricorso, io credo non vadano penalizzati: non sono bamboccioni, ma spesso dei lavoratori. Lo scorso novembre abbiamo chiuso un accordo con l’Agenzia delle entrate per incrementare la lotta a chi percepisce privilegi, in materia di diritto allo studio universitario, senza averne i titoli, dichiarando cose non vere. E continueremo per incrementare questo processo. Con questa legge, inoltre, l’aumento non tocca i redditi più bassi. L’indennità di mora costituisce un deterrente. Per legge i proventi di questa tassa vanno ad incrementare le borse di studi e vengono trasferiti direttamente”.