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Ddl Calabrò su testamento biologico, Sel: “Atto di violenza e sopraffazione”

Sel

Savona. “Il ddl Calbrò sul testamento biologico (il no all’eutanasia, all’assistenza al suicidio e alla sospensione di idratazione e nutrizione forzata. Inoltre si introduce la Dat che, però, non avrà carattere vincolante per il medico: vale a dire che il paziente non potrà avere nessuna voce in capitolo sulle modalità del proprio fine vita) non può che essere considerata un atto di violenza e di sopraffazione nei confronti dei cittadini ai quali verranno negati rispetto, libertà di scelta e diritto di audeterminazione, in contrasto con il dettato costituzionale che, con l’articolo 32 riconosce che nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario”. Lo afferma in una nota il coordinamento provinciale savonese di Sel.

“Lo Stato potrà imporre l’accanimento terapeutico anche a chi ha esplicitamente manifestato la sua volontà contraria e questa è, oltre che un’assurdità, una crudeltà inaudita di fronte alla quale non possiamo tacere. Oltre a rappresentare un notevole arretramento sul piano dei diritti, questa norma lede il principio della laicità dello Stato, che sembra cedere alle imposizioni di un inaccettabile fondamentalismo cattolico, ed è anche fortemente ingiusta e discriminante perché consentirà, a chi abbia i mezzi per farlo, di andare a cercare in Paesi meno oscurantisti una morte dignitosa”.

“Infine è da sottolineare come non si siano tenuti in alcun conto l’opinione della maggioranza degli Italiani che, come attestano ripetuti sondaggi, si dichiara favorevole alla libertà di scegliere le modalità del proprio fine vita e il fatto che molti Comuni, in diverse parti d’Italia, abbiano istituito i registri per il testamento biologico, secondo principi di segno diametralmente opposto allo spirito espresso da questa legge” conclude la nota.