Savona. “2161 ricoveri di adulti per malattie cardiovascolari e respiratorie dove si considerino le mappe di ricaduta elaborate attraverso modelli matematici. 2223 dove si considerino le mappe di ricaduta determinate attraverso le campagne di rilevamento del bioaccumulo nei licheni nel periodo tra il 1.1.2005 ed il 31.12.2010 attribuibili alle immissioni della centrale, sia come causa esclusiva, sia come concausa prevalente 657 morti per malattie cardiovascolari e respiratorie dove si considerino le mappe di ricaduta elaborate attraverso modelli matematici e 427 ove si considerino le mappe di ricaduta determinate attraverso le campagne di rilevamento del bioaccumulo nei licheni nel periodo tra il 1.1.2000 ed il 31.12.2007 attribuibili alle immissioni della centrale, sia come causa esclusiva, sia come concausa prevalente”.
Sono questi i dati che riporta il comitato Uniti per la Salute spiegati dal dottor Paolo Crosignani nell’ambito del processo a carico di Tirreno Power per il quale sono imputati 26 persone, tra vertici e dirigenti dell’azienda, rinviati a giudizio per disastro ambientale e sanitario colposo. “298 ricoveri di bambini per patologie respiratorie dove si considerino le mappe di ricaduta elaborate attraverso modelli matematici e 433 ricoveri ove si considerino le mappe di ricaduta determinate attraverso le campagne di rilevamento del bioaccumulo nei licheni nel periodo tra il 1.1.2005 ed il 31.12.2010 sicuramente attribuibili alle immissioni della centrale , sia come causa esclusiva, sia come concausa prevalente”.
“Un dato tra tutti mostra con immediata evidenza – aggiungono dal comitato – quale sia stato l’effetto sanitario della centrale: secondo la consulenza del prof. Crosignani, la probabilità di ammalarsi e di essere ricoverati per asma è addirittura del 97% superiore tra i bambini maggiormente esposti alle emissioni della centrale (ossia residenti nelle aree di maggiore ricaduta dei metalli) rispetto ai bambini residenti nelle aree meno esposte”.
“All’udienza di quest’oggi – proseguono dal comitato – si è concluso l’esame del consulente della Procura della Repubblica professore Crosignani, epidemiologo, già direttore di epidemiologia ambientale dell’istituto nazionale dei tumori di Milano, il quale ha illustrato nel dettaglio il lavoro svolto per l’indagine sanitaria che è stata condotta su incarico dei Pubblici Ministeri di Savona e che è alla base dell’imputazione di disastro a carico degli amministratori e dirigenti di Tirreno Power per le emissioni delle sezioni a carbone della centrale di Vado Ligure”.
“Tali dati, ha precisato Crosignani sono estensibili anche agli anni successivi di funzionamento delle sezioni a carbone della centrale. Si ricordano di seguito gli esiti sconvolgenti dell’indagine epidemiologica condotta su richiesta della Procura di Savona in termini di patologie cardiovascolari e respiratorie e di decessi per le medesime malattie attribuibili alle emissioni della centrale termoelettrica negli anni considerati nella consulenza (tenendo conto di due diverse tipologie di emissioni dell’impianto: gli ossidi di zolfo e i cinque metalli che costituiscono l’impronta digitale delle centrali a carbone)”.
“Il consulente ha quindi spiegato – concludono da Uniti per la Salute – come sia da escludere che gli eccessi di patologie e i decessi nella popolazione maggiormente esposta alla centrale siano imputabili ad altri fattori, e in particolare alle emissioni delle attività portuali di cui si è espressamente tenuto conto nell’indagine sanitaria condotta dagli esperti della Procura della Repubblica”.
IL COMMENTO DI TIRRENO POWER
“Questa mattina in aula lo stesso consulente dell’accusa, dopo avere illustrato le proprie supposizioni e i presunti danni su base statistica, ha dovuto riconoscere che non c’è nemmeno una persona individuabile come danneggiata dalla centrale a carbone di Vado Ligure – sottolineano da Tirreno Power -. I fatti riportano all’elemento centrale di questa vicenda: l’area di Savona è sempre stata tra le migliori in Italia per qualità dell’aria e le indagini svolte dalle autorità competenti non hanno mai rilevato alcun danno sanitario o ambientale collegato all’operatività della centrale”.