Savona. Savona è tradizionalmente rossa, i quartieri popolari sono roccaforti della sinistra e sono sempre stati un bottino di voti garantito per il Partito Comunista e il Partito Socialista e, poi, per il Partito Democratico. Queste certezze però sono state messe in discussione durante l’ultima tornata delle elezioni regionali e in una fase politica e storica in cui il voto è sempre più “liquido” non potrà più essere considerata più una sicurezza.
In queste elezioni amministrative, invece, sembra che le zone appannaggio della sinistra storicamente siano tornate sotto l’ala Dem. Si considerano solo le liste che sono legate a partiti: a destra Lega, Toti per Savona, Fratelli d’Italia e Forza Italia con l’Unione di Centro, a sinistra Partito Democratico, Sinistra per Savona e Riformiamo (ala centrista come Italia Viva e Azione).
I quartieri del centro sono per la maggiorparte “arancioni”. Su 10 seggi attribuibili alle zone centrali della città la destra è nettamente in vantaggio in 5 sezioni, nelle altre 4 sostanziale pareggio in 4 e vantaggio del centro sinistra nell’ultima. Nel dettaglio lo zoccolo duro della coalizione è rappresentata da Cambiamo (Toti per Savona), a seguire Lega e Fratelli d’Italia anche grazie al recordman di preferenze Piero Santi che solo in centro ha raccolto 259 preferenze.
In un seggio, il 28 (Lavagnola), il centro sinistra ha quasi duplicato i voti del centro destra (169 contro 92) e nel 58 (Zinola) ha più che raddoppiato (93 contro 35), unici due casi in tutta la città. Il centro destra invece non ha dominato in nessuna sezione, così come il Movimento Cinque Stelle che è nettamente distaccato da entrambe le prime due forze. Alla Villetta, a differenza del centro, la sinistra ha scalzato in alcune zone gli avversari ma senza risultati straordinari: o pareggio o un vantaggio risicato.
I quartieri popolari storicamente in mano alla sinistra (Legino, Zinola, Villapiana e Lavagnola) sono ritornati “rossi”. In particolare, a Lavagnola la sinistra è stata soppiantata solo in un seggio e in un altro sostanziale parità. A Legino su una decina di seggi solo uno è in mano al centro destra, gli altri rimangono alla sinistra. Per quanto riguarda la zona Fornaci e Santa Rita non nettamente rosse sono rispettivamente la prima contesa tra sinistra e destra, la seconda alla sinistra.
Per il centro sinistra a fare da capofila nella coalizione è sempre il Pd. Per lo schieramento avversario questo ruolo è ricoperto da Cambiamo, eccetto a Legino che in molte sezioni in testa c’è il Carroccio. Per quanto riguarda le preferenze i più votati sono stati l’assessore uscente ai lavori pubblici Pietro Santi, l’ex assessore alla Cultura Elisa Di Padova. Marco Lima e l’ex vicesindaco Franco Lirosi. Santi ha raccolto proporzionalmente il maggior bottino al centro, Di Padova si contende il centro con Santi ma si fa apprezzare anche a Lavagnola (come Lirosi), Legino, Santa Rita e Fornaci. Lima, invece, ottiene la maggior parte dei voti in centro città, alla Villetta e a Santa Rita.
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