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Franco Fenoglio (RiformiAmo Savona): “Priorità a sfratti, Imu e organico comunale insufficiente”

“Saranno questi alcuni dei principali temi che impegneranno il nuovo sindaco, la giunta ed i consiglieri, a Savona”

Comune Savona Comune palazzo Sisto

Savona. “Sfratti, Imu e organico comunale insufficiente. Sono questi alcuni dei temi principali che impegneranno il nuovo sindaco, la giunta ed i consiglieri, a Savona”. A dirlo è Franco Fenoglio, presidente dell’Uppi, il sindacato di proprietari, attivo in città da 33 anni, e candidato al consiglio comunale tra le fila di “RiformiAmo Savona” per Marco Russo.

“Per quanto riguarda gli sfratti, – ha spiegato, – dai primi di ottobre saranno di nuovo esecutivi, dopo il periodo di sospensione causato dalla pandemia ed anche per effetto di un paio di sentenze della suprema Corte che ha sancito l’incostituzionalità della sospensione. Quindi come si potranno aiutare quegli inquilini che dovranno davvero lasciare l’alloggio? Si dovrà istituire, con urgenza, un gruppo di crisi formato da: assistenti sociali, ex case popolari (ARTE), Caritas, fondazioni no profit, sindacati degli inquilini, dei proprietari ed Opere Sociali, studiando qualche provvedimento”. 

“L’associazione UPPI, che presiedo, suggerisce anche la seguente soluzione, che è prevista dalla legge 431/98, art. 1, comma 3 (locazioni speciali stipulate dagli enti locali): il Sindaco stipula un contratto di locazione abitativa con un proprietario comprendente il diritto di subaffitto. Il Comune paga al proprietario il canone del tipo “concordato” e poi riceve dal conduttore un canone “politico” di tipo sociale. In realtà tale sistema è già stata praticato, con successo, in diverse città italiane che presentavano un situazione critica simile a quella nostra. In questi casi poi, è stata anche applicata un’ IMU ridotta, per incentivo”.

Sull’IMU, invece, ha proseguito Fenoglio: “Tale imposta, a Savona, presenta, purtroppo da cinque anni, aliquote stratosferiche, collocate fra le più alte d’Italia. A La Spezia, invece, c’è addirittura una dozzina di aliquote IMU differenti e ben assortite, a seconda delle situazioni, per incentivare il miglior utilizzo di immobili abitativi, commerciali od artigianali. Invece a Savona, per questo tributo, è assente purtroppo qualsiasi gradualità e modulazione dell’aliquota”.

“C’è anche da osservare che, in realtà, l’IMU appare incostituzionale, in violazione dell’art. 53 della Costituzione laddove si dispone che: “i cittadini pagano le tasse in ragione della loro capacità contributiva reddituale”. Sicchè l’IMU colpisce il proprietario di un immobile indipendentemente dalla sua personale condizione reddituale. Quindi può essere ricco o povero, occupato o disoccupato, monoreddito o plurireddito, può utilizzare l’immobile per lavoro o vacanza, può averlo acquistato col frutto del proprio lavoro oppure ereditato ed anche avere in famiglia disabili od anziani”. 

“Ma il grave è che questo stato di sperequazione, a Savona, vige ormai da cinque anni ed oggi non è più sopportabile. Insomma non è giusto che l’IMU venga pagata nello stesso modo sia da Paperino che da zio Paperone e questa anomalia si verifica perché il reddito catastale, quasi sempre, è sganciato dalla realtà. E chi lo dice è un professionista che lavora con il catasto da 40 anni”. 

“Ecco infine un breve cenno storico per capire di più: nel 2001 Berlusconi eliminò l’IMPOSTA DI SUCCESSIONE E DONAZIONE, così lo stato, in pochi mesi, rimase col portafoglio vuoto. Invece Amato, altro presidente del consiglio, per evitare la rovina incombente delle finanze, istituì una LEGGE PATRIMONIALE che, tra l’altro, contemplò anche un’imposta straordinaria sugli immobili chiamata ‘ISI’. Attenzione: l’ISI, all’inizio, era straordinaria e come tale doveva avere vita breve. Poi, arrivò Monti che trasformò l’ISI in ICI che, infine, cambiato nome è diventa IMU”, ha aggiunto ancora il candidato di RiformiAmo Savona

Infine, il capitolo relativo all’organico comunale insufficiente: “Funzionari, impiegati, vigili, operai, dipendenti tutti del Comune, ahimè, stanno lavorando da cinque anni a ranghi ridotti, chi va in pensione non viene sostituito e non verrebbe neanche loro concesso di effettuare il lavoro straordinario. E’ chiaro che la macchina del Comune, a queste condizioni, non potrà camminare e produrre qualche risultato positivo. Ecco spiegato perché certe pratiche vengono terminate dopo settimane, mesi, a volte anni. Guai quindi se l’organico comunale dovesse restare in questa grave situazione. Perché, in tal caso, non si riuscirebbe a redigere i necessari progetti finalizzati ad aggiudicarsi i soldi che ci toccherebbero, provenienti dal piano di ripresa e resilienza nazionale/europeo, l’unico che può portare in salvo la città”, ha concluso Fenoglio.