Savona. Erano presenti oltre 200 persone questa mattina, che hanno gremito l’interno (nel rispetto dei limiti imposti dalla normative Covid) e l’esterno della chiesa di Sant’Ambrogio, a Legino, ammantata da un rispettoso silenzio, per rivolgere l’ultimo, commosso saluto a Francesco “Bacco” Doberti, titolare di un celebre locale savonese.
Aveva 71 anni, ex portuale e titolare dell’omonima osteria di via Quarda Superiore, ed era conosciuto da tantissimi savonesi, come testimoniato dal grandissimo numero di persone presenti quest’oggi al funerale.
Di seguito, le parole dell’omelia pronunciate da don Angelo Magnano: “Cosa vuol dire il mare? Il mare vuol dire tante cose: l’ignoto, il pericolo e anche il male perché è qualcosa di minaccioso di oscuro e rappresenta i lati difficili della nostra vita. Nel vangelo di oggi Simon Pietro dice a Gesù che la pesca è stata infruttuosa e capita di dire ‘ho faticato inutilmente’ oppure ‘la mia vita è presa da un’angoscia’”.
“Qui esce fuori il coraggio. Gesù chiede di andare a pescare di giorno. La richiesta è assurda, ma qui entra in gioco la fede, la fiducia. ‘Sulla tua parola getterò le reti’, dice Pietro a Gesù. Nella vita ci vogliono fiducia e coraggio. Pietro si fida di Gesù e ha il coraggio di pescare di giorno. La pesca è stata enorme, tanto che Pietro si rende conto che qui c’è di mezzo il Signore e prende coscienza della sua fragilità e si rende conto che non è frutto della sua capacità, ma di qualcosa che va oltre”, ha proseguito.
“Nella vita o impariamo a fidarci e osare o non otterremo nulla: è una scelta se rimanere a riva o prendere le reti e andare al largo. Francesco nella sua vita ha avuto coraggio. Io stesso preferisco sbagliare con un po’ di coraggio piuttosto che rimanere alla vita del lago. Se noi abbiamo il coraggio di rischiare otteniamo ed è il Signore che ci aiuta, rendendo feconda la nostra vita. Quando moriamo quello che abbiamo costruito osando, rischiando e osando non finisce. Siamo qui per pregare per la risurrezione di Francesco”, ha aggiunto ancora.
“Ho cercato di amare le persone e voler bene a chi nella vita è sfortunato: Francesco dirà questo al Signore. Lui lo fa nella sua modalità. E chiediamo al Signore che lo accolga nella sua pace e che quello che di bene ha realizzato trovi la pienezza nel Cristo risorto”, ha concluso.
Il corpo senza vita del ristoratore era stato trovato da alcuni camionisti venerdì 27 agosto, dopo tre giorni di ricerche (era scomparso da casa martedì), nascosto nella vegetazione che separa lo svincolo autostradale dall’autoporto.
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