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Savona 2021, le richieste di Cna ai candidati sindaci: “Infrastrutture e meno burocrazia”

E sull'indotto turistico: una cittadella dell'artigianato per attirare i croceristi con la creazione di percorsi guidati

stile artigiano

Savona. Una politica sensibile a 360 gradi nei confronti dei problemi del territorio e delle imprese. Questo è ciò che chiede la CNA di Savona ai candidati alla poltrona di sindaco nel Comune capoluogo di provincia.

Dopo Angelo Schirru per l’alleanza di centro destra è stata la volta dei candidati sindaci Marco Russo per il centro sinistra e di Luca Aschei per la lista “Andare Oltre” nonché del candidato consigliere Ferdinando Cattanei ad incontrare i vertici della CNA di Savona e ad ascoltare le istanze provenienti dal mondo delle piccole imprese.

“Infrastrutture e ambiente, cultura e turismo, tasse e burocrazia. Non manca nulla rispetto a questi temi nelle istanze che rivolgiamo al futuro sindaco di Savona” dichiara Matteo De Ambroggi, presidente provinciale di CNA Savona”.

“Anzitutto – prosegue De Ambroggi – occorre che il nostro territorio sia accessibile da parte di chi viene da fuori sia per visitare i nostri luoghi che per ragioni di lavoro”.

Il Comune di Savona deve fare da capofila rispetto queste necessità nel coordinare il proprio impegno con i Comuni limitrofi al fine di mantenere unitariamente istanze coordinate nei confronti della Regione e del Governo per mitigare le gravi condizioni di disagio che stiamo vivendo a causa dei cantieri autostradali e non solo.

“Troppi i cantieri poi ancora aperti che limitano la nostra capacità produttiva. Siamo con gli occhi puntati all’Aurelia bis e al Casello di Bossarino e alle infrastrutture necessarie a ridare dignità ai nostri trasportatori, abbandonati in code interminabili o bloccati senza alcun ristoro in occasione delle emergenze meteo”.

“Meno burocrazia e intoppi per le imprese, per le nuove attività e per tutte le iniziative che possono implementarne la visibilità e la competitività rendendo Savona maggiormente attrattiva” – conclude De Ambroggi.

A disincentivare il riavvicinamento dei cittadini ai negozi di prossimità e verso le botteghe del centro ha contribuito sovente una scarsa cura del decoro urbano: la città non ha bisogno di opere isolate ma di un’attività da parte del Comune complessiva e coordinata.

“Una maggiore cura del territorio significa che i relativi problemi alla sicurezza e all’ambiente non devono essere lasciati unicamente al buon senso dei cittadini” sottolinea Matteo Sacchetti, segretario di CNA Savona.

La scarsa attenzione verso le manutenzioni degli impianti, evidente in attività di verifica del tutto sporadiche e in mancanza di campagne di sensibilizzazione è un aspetto da rivedere CNA Savona chiede un maggiore coinvolgimento preventivo delle associazioni di categoria per le decisioni che vanno ad impattare sulle aziende.

Il Comune di Savona dovrebbe valutare un regime continuativo di maggior favore nei confronti dell’utilizzo dei dehors riducendone i costi anche al di fuori delle misure messe in atto dopo la riapertura post pandemia, inoltre tutelare i negozi storici con detassazioni e mediazione sui contratti di locazione.

Da valutare la creazione di una cittadella dell’artigianato anche per attirare le migliaia di croceristi che in attesa di imbarco vanno altrove o la creazione di percorsi guidati.

Savona infatti è relegata spesso a località di transito per migliaia di turisti che vengono da fuori e che non hanno modo di apprezzare le potenzialità della città.

Per questo Savona deve assumere il ruolo di capoluogo di Provincia anche come centro attrattivo, di cultura e di spettacolo, non limitandosi a offerte a spot: “Savona ha tutte le potenzialità per operare attraverso le imprese del settore (cinema, audiovisivo, spettacolo, arte e manifattura di prodotti artistici) peraltro numerose nella nostra Provincia uscendo da una logica che privilegia il mero volontariato a scapito dei professionisti che pagano le tasse e contribuiscono al PIL del territorio – sottolinea il presidente De Abroggi – E’ necessaria una vera operazione di contro tendenza da parte di una politica che, in questi anni, ha promosso la delocalizzazione da parte di imprese provenienti da fuori del nostro territorio e, di conseguenza forme di lavoro borderline”.

“Speriamo che il futuro sindaco di Savona abbia ben chiari questi obiettivi” conclude De Ambroggi.