Difesa del territorio

Rischio idrogeologico, Fenoglio (Riformiamo Savona): “Norme e interventi ad hoc per affrontare i danni del cambiamento climatico che provocano frane”

Quattro le proposte avanzate

Savona. Un assessorato alle periferie, l’assunzione di nuovo personale tecnico, l’inserimento di norme ad hoc per la tutela del territorio, uno sportello comunale per chi ha subito danni alluvionali: è questa la proposta di Franco Fenoglio, candidato consigliere di RiformiAMO Savona con Marco Russo, che, se venisse eletto, vorrebbe rivolgere l’attenzione alla prevenzione e alla sistemazione dei danni causati dal cambiamento climatico nel territorio savonese.

I nubifragi del novembre 2019 hanno lasciato gravi ferite nelle campagne – spiega Fenoglio -. Si parla di una trentina di casi critici in periferia, salendo dalle prime colline sino a Naso di Gatto, passando per via alla Strà, San Nazario, Marmorassi ed altre zone che sarebbe troppo lungo elencare. Il Comune è stato appena in grado di vietare al traffico le zone sinistrate, dimenticando sul territorio le gravi ferite che sono ancora oggi sotto gli occhi di tutti”.

“Spesso si tratta di frane specifiche che in gergo tecnico si chiamano ‘Soil slip’, ovvero una grande massa detritica superficiale composta soprattutto da argilla, che, saturata d’acqua piovana, si fluidifica e scivola giù, portandosi dietro la vegetazione arbustiva a basso sviluppo radicale – illustra Fenoglio -. Però, talvolta, questo cedimento copre un percorso di alcune centinaia di metri con un fronte, sovente, di venti o trenta metri. L’esempio più eclatante è rappresentato dalla frana che, proprio a novembre 2019, ha fatto crollare un tratto del viadotto dell’autostrada SV-TO, sotto ‘madonna del monte’. Ma cosa accadrebbe se eventi come questo si ripetessero nuovamente?“.

E’ per questa possibilità che il candidato consigliere di RiformiAMO Savona avanza alcune proposte: “Con le nuove elezioni comunali – spiega Fenoglio – sarebbe necessario un ‘assessorato alle periferie’ assegnato ad un tecnico competente piuttosto che ad un qualsiasi politico. Uno che avesse davvero la cultura e l’esperienza di capire i problemi, vecchi e nuovi, che assillano le donne e gli uomini abitanti in campagna. Problemi che, di norma, c’entrano poco con le frane”.

“Occorrerebbe potenziare anche l’ufficio tecnico comunale con l’assunzione di nuovo personale (un paio di geologi, per esempio, e un agronomo) per essere in grado di redigere progetti adatti per aggiudicarsi i fondi europei del PNRR che, altrimenti, svaniranno miseramente. Oppure i soldi andranno a finire altrove, su capitoli che non costituiscono priorità, com’ è già accaduto nel recente passato ed anche come accade proprio in questi giorni di pre-elezioni quando sono stati rifatti, con notevole esborso di capitale, grandi pezzi d’asfalto a strade del centro città che, a paragone di altre situazioni più serie, forse, non era proprio il caso” aggiunge Fenoglio.

“Si potrebbe istituire uno sportello comunale per quei cittadini che hanno subito danni nei pressi di strade pubbliche o private o semi pubbliche/vicinali o nelle loro proprietà, fornendo consigli disinteressati. Infine, servirebbe integrare o modificare il PUC (piano urbanistico) con l’inserimento di più adatte norme tecniche prevedenti la tutela del territorio, anche dal punto di vista vegetazionale. Per esempio pochi sanno che esistono e si trovano in commercio piante come il Vetiver, detta anche pianta ‘ingegnere, le cui radici riescono ad arrivare ad una profondità di alcuni metri, rivelandosi così molto adatto per contrastare la franosità”.

Il problema si deve affrontare anche tramite un’iniziativa parlamentare legislativa nazionale e regionale – ritiene Fenoglio -. A livello nazionale, ci vorrebbe l’istituzione di un ‘bonus fiscale’ speciale per la riparazione e prevenzione dei danni causati dalle frane. Perchè non è più accettabile che si possa disporre di notevoli incentivi fiscali solo per fare più bella la facciata del condominio o comprare mobili e monopattini e, dall’ altro canto, lasciare andare in rovina, piano piano, il nostro territorio sempre più abbandonato e più fragile a causa del cambiamento del clima. Anche perché poter fruire di un bonus fiscale, così pensato, costituirebbe uno straordinario mezzo per generare lavoro tutto a vantaggio di una grande quantità di soggetti coinvolti e della collettività”.

“A livello regionale – conclude Fenoglio – ci vorrebbe, come in Lombardia ed Emilia ed altre regioni, una seria legge ad hoc prevedente un finanziamento finalizzato alla riparazione dei danni causati da evento idro-geologico. Qui, però, bisognerebbe chiedere al presidente della Regione Liguria del perché non si è realizzata tale opportunità in Liguria”.

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