Albenga/Cairo Montenotte. “Apprendiamo che la Regione si accorge di aver commesso un errore: bene se si è deciso di non privatizzare più e di valorizzare la sanità pubblica, siamo completamente d’accordo. Ma dopo cinque anni, e dopo mesi in cui sta ‘meditando’ in merito al superamento del previsto progetto di privatizzazione, c’è ancora un rinvio chiesto proprio dalla Regione”.
È così che le segreterie provinciali Cgil, Fp-Cgil, Spi-Cgil Savona commentano la richiesta di ieri da parte della Regione nell’udienza con il Consiglio di Stato, nella quale i legali hanno avanzato la proposta di un rinvio per permettere l’annullamento del bando regionale, annunciato dallo stesso governatore Giovanni Toti, anche se ancora è solo un’intenzione, non si sono ancora mossi passi formali in tal senso.
“Dopo anni di incertezza totale in attesa della privatizzazione, si è verificato il graduale svuotamento dei due ospedali nei territori della Valbormida e nel Ponente, oltre alle chiusure di attività e servizi fondamentali per la salute delle persone sia negli ospedali che nella sanità territoriale. Però non basta dire non privatizziamo. Servono idee e progetti. Serve un nuovo modello socio sanitario che parta dalle esigenze del territorio e delle persone”, sottolineano dalla Cgil.
“Va spiegato quali saranno gli investimenti pubblici nei due ospedali, quali le missioni nel nuovo piano della regione e rispetto ai contenuti del Pnrr, come tutto ciò si tiene insieme in un sistema pubblico che mette al centro la persona: quali e dove i servizi e le attività – aggiungono -. Soprattutto, va spiegato con quanto personale si pensa di garantirle, perché una cosa è certa: con gli attuali organici non si riuscirà a garantire un adeguato livello di assistenza sanitaria negli ospedali come nel territorio”.
“Quello degli organici – proseguono dal sindacato – era e resta uno dei problemi fondamentali che trova riscontro in tempistiche sempre più incerte ed inaccettabili nelle liste d’attesa, risultato di gravi carenze e disservizi amplificati dalla pandemia ma in atto, come più volte denunciato dalle OOSS territoriali, ben da prima. Tempistiche che si aggiungono a disfunzioni di carattere organizzativo e logistico che spesso comportano, oltre all’attesa, fortissimi disagi per cittadini in particolare anziani, a cui viene chiesto di spostarsi da una parte all’altra della provincia pur in presenza di strutture pubbliche vicino alla propria residenza”.
“Tutte problematiche che richiederebbero attenzione maggiore: Cgil, Cisl e Uildi Savona hanno inviato pochi giorni fa un sollecito alla regione Liguria per calendarizzare l’incontro sul quale il presidente Toti si era impegnato lo scorso mese di giugno. Fino ad ora il silenzio. Sia in termini di risposte alla richiesta sia in termini di riattivazione dei servizi. Abbiamo concordato insieme ai sindaci – tutti – a settembre dello scorso anno un documento in cui chiediamo un cambio del modello socio sanitario savonese, chiediamo di discuterlo con la regione e metterlo in campo al più presto”, concludono dalla Cgil.