Albenga. “La sanità deve rimanere primariamente pubblica, il diritto di istruirsi e curarsi deve essere garantito a tutti, senza corsie preferenziali per i privati perché questo a lungo termine va solo in favore dei ricchi”. Così il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini spiega la sua visione sulla sanità e sulla dicotomia tra pubblico e privato durante la presentazione del suo ultimo libro “Il paese che vogliamo”, che si è tenuta questa sera in piazza San Michele ad Albenga, ad intervistarlo il direttore di IVG.it Andrea Chiovelli.
“I miei avversari politici in Emilia proponevano il modello Lombardo e anche grazie a questo ho vinto le elezioni. Se noi parlassimo dei problemi dei cittadini, invece che di alleanze e affini, capiremmo tante cose – ha proseguito il governato – Da noi abbiamo un’ottima sanità privata, è vero, ma un grande applauso va alla nostra sanità pubblica che è un’eccellenza che tanti Paesi nel mondo sognano di avere. Il futuro è nelle case della salute, che sono a metà tra l’ospedale e ‘casa mia’ e nell’assistenza domiciliare. L’Italia ha un’occasione fondamentale: dobbiamo coglierla perché noi saremo giudicati nei prossimi anni per quello che facciamo ora”.
Parlando del suo libro, Bonaccini ha spiegato: “Se l’Italia somigliasse all’Emilia Romagna sarebbe un paese migliore, nel libro indichiamo soluzioni che potrebbero funzionare per il Paese, bisogna avere l’ambizione di farlo”, ha detto il governatore che poi si è discostato dall’esempio che molti politici stanno dando in questi anni: “Quando qualcuno vede che coloro che rappresentano i livelli più importanti del paese si insultano l’un con l’altro, pensa ‘perché non posso farlo anch’io?’Ho i carabinieri davanti a casa per via delle minacce dei no vax”, ha sottolineato.
Bonaccini si è poi soffermato sull’importanza della politica di essere a contatto e vivere il territorio: “Ogni tanto ascolto qualche dirigente nazionale e mi domando: da quanto tempo questo politico no va in un bar, in una piazza, non parla con i cittadini? Sto molto sul territorio ed è uno dei motivi per cui abbiamo vinto le elezioni. Ho sempre pensato che sei vuoi provare ad essere capace, devi conoscere i luoghi e le persone, girando e incontrandole, e dal confronto a volte è capitato anche che io cambiassi idea”.
Una riflessione che il governatore ha riportato anche a Enrico Letta quando è stato eletto segretario del Partito Democratico: “A Letta ho detto di prendere nel gruppo dirigente più sindaci e sindache che hanno il contatto con il territorio. Quando sento dire ‘dobbiamo andare di più nelle periferie’, io rispondo ‘ma io ci abito e ci sono sempre’”.
E a proposito della sua vittoria alle elezioni in Emilia Romagna: “Venivano da un anno e mezzo in cui avevano stravinto in nove regioni su nove e con Salvini che è stato lì tre mesi, ma ho capito dalle parole della gente che avremmo vinto. Bisogna sempre tenere i piedi per terra”, ha affermato.
Non è mancato poi un passaggio “sullo sport” (la delega regionale allo Sport è stata tenuta proprio dallo stesso Bonaccini, anche ex calciatore, fino all’età di 38 anni) e “sulla digitalizzazione”, che rappresenta una dei macro temi all’interno del libro del governatore dell’Emilia Romagna.
Sì è passato poi all‘importanza del recupero dell’esistente: “È fondamentale. Noi abbiamo approvato una legge urbanistica sul consumo di suolo a saldo zero. In Italia abbiamo consumato troppo suolo vergine, ma ora dobbiamo fare politiche di transizione ecologica e muoverci in questa direzione”, ha aggiunto Bonaccini.
Proprio la transizione ecologica rappresenta un altro tema chiave del libro: “Passa da scelte concrete: io non posso solo dire alle persone di responsabilizzarsi – ha detto il governatore – Il mondo, l’Europa, l’Italia ed io stesso sull’ambiente abbiamo fatto troppo poco finora. Rivinte le elezioni, da noi abbiamo firmato un nuovo ‘Patto per il Lavoro e per il Clima’ che guarda al 2030 in modo che chi arriva dopo di noi trovi un percorso virtuoso già tracciato. Serve uniformità politica, ci sono sfide importanti ed è arrivato il momento di affrontarle e di vincerle. Anche per l’Europa la transizione ecologica e il digitale sono finalmente ai primi posti tra le priorità”.
Poi una stilettata al rivale politico della Lega Matteo Salvini: “Qualcuno mi chiede se non mi vergogno di essere al Governo con Salvini e io rispondo se non è lui a vergognarsi, visto che prima andava in giro con la maglietta ‘No Euro’ e Draghi era uno dei suoi più ‘acerrimi rivali’ e ora è costretto a votare i provvedimenti del suo governo”.
Liguria terra di turismo e nel libro di Bonaccini si parla, tra le altre cose, di rilancio dei piccoli borghi, dei castelli e non solo: “Noi abbiamo fatto una scelta regionale di mettere 40 milioni a disposizione dei comuni della costiera romagnola per rifare il waterfront del lungomare: si tirano via quasi ovunque i parcheggi e noi abbiamo eliminato decine di chilometri di parcheggi con auto a Rimini e sostituiti da ciclabili, ciclopedonali, aree sportive, verde, legno e sabbia perché l’idea che abbiamo messo in campo è il futuro di un turismo per le famiglie e a misura di bambini. A Rimini abbiamo fatto un investimento da 180 milioni anche per la depurazione”.
“Non abbiamo le spiagge di altre regioni come la Liguria, ma anche l’ospitalità fa la differenza e da noi sono maestri in questo. Sono cresciuti tanto anche i borghi antichi e le città d’arte, e della Motor Valley e della Food Valley ne abbiamo fatto un brand turistico. Vogliamo puntare su un nuovo tipo di turismo sostenibile. Ho visto i dati di luglio e siamo un po’ sotto l’anno record del 2019, ma sono convinto che ad agosto saremo circa sui livelli del 2019”, ha concluso Bonaccini che poi si è recato all’Sms Fornaci di Savona, dove ha incontrato il candidato sindaco di centro sinistra Marco Russo.









