Savona. Sembrerebbe in via di risoluzione la situazione di stallo che ha caratterizzato la questione Funivie dalla frana del 24 novembre 2019. Infatti, a giorni il progetto per il ripristino sarà definitivo e si partirà con gli espropri. E’ questo il risultato della riunione che si è tenuta stamattina tra i sindacati e il commissario straordinario Fabio Riva alla presenza di Maugliani Vittorio che subentrerà a partire dall’1 ottobre.
“La notizia negativa – commentano i sindacati – è che i lavori saranno affidati attraverso gara europea, con due opere distinte, una di ricostruzione e una di stabilizzazione del territorio. Questo comporterà nella migliore delle ipotesi altri 20 mesi di fermo“.
Un attacco alla politica che non ha mantenuto gli impegni presi: “A questo punto tutte le promesse fatte da ministri, politica, e vecchio commissario sull’ipotesi di un affidamento diretto dei lavori, che avrebbero permesso il ripristino dell’infrastruttura entro primavera 2022 si sono rivelate infondate – dicono dai sindacati -. I lavoratori delle Funivie sono di nuovo a subire scelte sbagliate della politica. L’anno in più di ammortizzatori sociali non saranno più sufficienti – tuonano i rappresentanti sindacali -. Chiediamo ai Ministeri competenti la nomina immediata di un Commissario per la gestione, in modo da garantire la continuità aziendale di cui i lavoratori hanno veramente bisogno”.
L’incontro di oggi segue il presidio dei sindacati di ieri organizzato per chiedere al ministero dello sviluppo economico di avviare il ripristino dell’impianto e una svolta green (con il trasporto di altre rinfuse, oltre al carbone) per scongiurare così la fine definitiva dell’attività di Funivie Spa e il conseguente licenziamento dei 68 lavoratori. L’azienda aveva annunciato in un incontro con i rappresentati sindacali di venerdì scorso di voler procedere con l’iter per la liquidazione e il licenziamento dei dipendenti.
Anche l’assessore allo sviluppo economico di Regione Liguria Andrea Benveduti ha rilanciato uno sviluppo integrato dell’infrastruttura come proposto dai sindacati mesi fa: “Possiamo pensare a uno sistema integrato tra porto, ferrovie e stoccaggio di Bragno. L’idea è interessante ma bisogna vedere se tutti i pezzi si incastrano. Potrebbe essere suggestivo in un sistema portuale allargato, che sia veramente di sistema, concentrare su Savona il traffico delle rinfuse. L’impianto potrebbe essere il polmone che manca. Certo che se qualcuno annuncia la liquidazione complica la vita ma da una parte la semplifica perchè obbliga a una decisione“.
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