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Case della Salute, Tersidio (Fmgg): “Contrario, sparirebbe la prossimità del medico di famiglia”

"Diventeremmo dei dipendenti pubblici e i pazienti non potranno più scegliere il loro medico di fiducia"

Generico settembre 2021

Albenga. Secondo il Pnrr, approvato lo scorso aprile, le Case delle Salute diventeranno lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti sul territorio. In Italia ne sorgeranno 1.288 entro il 2026, di queste 33 saranno in Liguria (mentre 10 gli ospedali di comunità). Si tratta di una svolta per il sistema sanitario, una riforma radicale, che però non convince i medici di famiglia, secondo cui ci sarebbero molte le criticità e i punti da chiarire.

Ne abbiamo parlato con il dott. Angelo Tersidio (FMGG) che – ai microfoni di IVG – non nasconde le sue preoccupazioni: “Vogliono farci andare a lavorare in questi centri e mi sembra un’aberrazione”, afferma senza giri di parole. E poi spiega: “I sindaci dei comuni montani e piccoli paesi dell’entroterra savonese si lamentano ripetutamente con l’Asl perché non hanno medici che fanno ambulatorio e non vengono sostituiti quelli che vanno in pensione. In pratica, con questa novità, i medici di famiglia diventeranno dipendenti e andranno a lavorare in queste Case della Salute, che si troveranno nei centri cittadini, una ogni 50mila abitanti. Ce ne sarà una a Savona, una probabilmente a Varazze e così via. In questo modo i pazienti dei piccoli paesi saranno costretti a recarsi in questi centri e finirebbe la prossimità del medico di famiglia”.

Ma ancora come funzioneranno le Case delle Salute non è chiaro. Un’altra opzione potrebbe essere quella di far diventare queste strutture dei centri di specialisti che fanno attività sul territorio. “Se così fosse, ben venga – afferma Tersidio – è però da sottolineare che oggigiorno abbiamo grandissime difficoltà a far effettuare visite specialistiche e a trovare specialisti, quindi non so proprio come risolveranno questa problematica”.

Secondo Tersidio, dunque ,le Case delle Salute non sarebbero la soluzione migliore. Per risolvere questo problema “sarebbe meglio creare dei micro team composti da un medico e un infermiere”, dice.

“Con tutta onestà, non so come andremo a finire, sarà tutto a discapito sicuramente del Servizio sanitario nazionale – evidenzia – E sarà un’ulteriore spesa perché dovranno andare a reperire questi centri. Sento dire che potrebbero essere realizzati in strutture dismesse, uno, ad esempio, nell’ex ospedale di Cairo. Sono fondi del Pnrr, ma secondo me in questo modo non sarebbero spesi bene”.

E sui centri salute che già sono presenti sul territorio e su quale fine farebbero risponde: “In teoria dovrebbero sparire. In sostanza, vogliono farci diventare a tutti costi pubblici dipendenti. Il paziente ha sempre potuto scegliere il suo medico e i sondaggi da sempre dicono che gli italiani hanno una grande fiducia nei loro medici e questo verrebbe meno. Certamente la medicina generale deve cambiare e deve esserci una riforma globale, ma trasformarci in dipendenti pubblici non migliorerebbe la situazione, né porterebbe dei vantaggi almeno economici al servizio sanitario. Mentre uno specialista ospedaliero è un dipendente, ma può anche fare, se lo desidera, una libera professione migliorando così la propria condizione economica e professionale, il medico di famiglia invece fa solo il medico di famiglia e quindi o ci dovranno pagare in maniera decisamente maggiore o non credo che ci sarà un vantaggio economico”.

Sarà la fine del rapporto personale medico/paziente?In questa case di comunità troveranno chi ci sarà di turno, quindi manca la scelta del medico e il rapporto fiduciario che di sicuro verrà meno. E poi le visite domiciliari chi le farà? Mi pare che sia tutto campato in aria, si dice anche che potrebbero fare un mix tra cooperative, misto dipendente e convenzionato privato. Se un medico di famiglia dovrà lavorare alle dipendenze di un privato, è chiaro che non avrebbe più quella serenità come ora che lavora in proprio. Comunque vedremo, andrò al congresso del sindacato la prossima settimana e ne discuteremo, anche se ho paura che tutto sia già deciso”, conclude.