Savona. Carlo Scrivano, direttore di Upa, l’Unione Provinciale Albergatori, che fa capo a Confindustria, è la persona giusta per ricapitolare il senso dell’investitura di Angelo Berlangieri alla presidenza dell’Unione Industriali, al termine di una settimana caratterizzata, nel mondo economico e politico, proprio da questo fatto.
IVG ha anticipato, per la sua importanza, la notizia, poi ha tratteggiato la figura di Berlangieri secondo quanto comunicato dagli industriali, con le prime considerazioni dell’interessato raccolte da Federico De Rossi.
Scrivano, dunque il fatto che un albergatore sia diventato per la prima volta presidente degli industriali rappresenta una svolta. Ma può davvero portare vantaggi concreti al territorio? “Non solo la risposta è sì, ma occorre aggiungere subito che questa è l’unica strada possibile, quella di ricorrere al Sistema Industria. Faccio l’esempio forse più banale ma significativo: il Covid ha cambiato il modo di fare le vacanze, che oggi sono più corte, spesso limitate ai week end e occorre avere dunque autostrade e ferrovie idonee. Ancora una volta ieri l’A10, con tutti quei cantieri assurdi, ha dimostrato la sua fragilità. Significa quindi che il turismo deve lavorare con la logistica, le infrastrutture, la manifattura, confrontarsi anche con la portualita’, a cominciare da vantaggi e problemi provocati dalla piattaforma Maersk”.
Tutto vero, e per questo siamo qui a parlarne. Ma per ora siamo di fronte solo a sconfitte, visto che raggiungere la Riviera è un problema e per questo c’è chi sceglie altre destinazioni. “Per troppo tempo abbiamo lasciato correre, senza curarci del futuro, con una politica attirata solo dalla convenienza del momento. Ora dobbiamo governare le opere che sarà possibile realizzare con i fondi del PRNN, facendo attenzione che la provincia di Savona non venga penalizzata. L’elenco è lungo: il raddoppio della ferrovia, la Carcare-Predosa, il potenziamento della linea ferroviaria per il Piemonte, l’Aurelia bis, le aree ex Acna e tante altre cose ancora”.
Toti, Signorini, la Provincia, molti Comuni hanno partecipato alla presentazione del Masterplan portuale di Savona-Vado. Ma lei si fida dei genovesi? “Savona è strategica, centrale per tutta la Liguria, e questo devono comprenderlo tutti. Dobbiamo dialogare, essere collaborativi, vigilare anche, far comprendere a Genova che senza di noi non si va da nessuna parte. Dovremo essere bravi in questo equilibrio”.
Un ruolo centrale dovrà averlo Savona città.
“Deve ritrovare una sua identità. Oggi non è più una città industriale e non è ancora una città turistica, come dovrebbero lasciar presupporre la Darsena, le spiagge, il Priamar, i tesori del centro storico, le crociere, musei come quello della Ceramica, che va rilanciato. La città deve essere complementare alla Riviera, mi pare che ci stiano lavorando”.
Torniamo al turismo duro e puro. La stagione balneare se ne sta andando, bisogna sfruttare bene agosto, ma al primo temporale dopo ferragosto finisce tutto. Forse bisogna programmare bene e subito la prossima estate. Che cosa potremo offrire ai turisti per ricompensarli delle code in autostrada, a parte la qualità che premia sempre?
“Quando chiudono le Caravelle finisce la stagione. Però attenzione, abbiamo molto da offrire e non soltanto sole e mare. Penso all’outdoor, al patrimonio culturale, all’entroterra, all’enogastronomia, in sostanza alle esperienze che si possono fare da noi. Dobbiamo avere però un percorso ben preciso: identificare queste risorse, creare il prodotto e poi promuoverlo. I manager del centro del lusso The Mall di Sanremo si sono rivolti a noi per una loro esperienza formativa e questo deve farci riflettere sulle nostre potenzialità”.
Non pensa che abbiamo l’immagine di un turismo un po’ da adulti se non da vecchi? E a questo si aggancia il problema delle discoteche ancora inspiegabilmente chiuse, mentre si balla dovunque senza permessi. Abbiamo molti locali belli che potrebbero costituire un’attrattiva non indifferente.
“La battaglia dei titolari dei locali da ballo va seguita e appoggiata con convinzione perché tenerli chiusi aiuta a favorire e non controllare la diffusione del contagio. Le discoteche sono piccole industrie. Ne abbiamo molte e non dobbiamo lasciarle morire. Credo che Berlangieri abbia l’esperienza giusta per occuparsi anche di questo”.