Solidarietà

Sconvolgimenti in Afghanistan, diocesi di Savona-Noli: “Pronti a mettere a disposizione una nostra struttura per i profughi”

"Spero che quanti accoglieremo ci aiuteranno a convertirci, e a passare dalla durezza che esclude alla capacità di guardare la realtà con occhi nuovi"

vescovo savona Calogero marino santuario messa

Savona/Afghanistan/Haiti. La diocesi di Savona-Noli, in occasione degli ultimi sconvolgimenti avvenuti in Afghanistan e ad Haiti, metterà a disposizione almeno una struttura di accoglienza secondo la progettualità tipica della Caritas e in sinergia con la Prefettura, la Croce Rossa e realtà di volontariato presenti sul territorio. L’obiettivo è quello di accogliere, “come fratelli da amare”, alcuni profughi.

“Almeno una nostra struttura di accoglienza è già stata individuata – informa in una lettera il vescovo della diocesi savonese, Calogero Marino – e penso che nei prossimi giorni potrà diventare operativa. Spero che quanti accoglieremo ci aiuteranno a convertirci, e a passare dalla durezza che esclude alla capacità di guardare la realtà con occhi nuovi. E questo significa, per chi è credente, guardare gli altri con lo stesso sguardo di Cristo”.

Alla luce di questi ultimi episodi, il vescovo commenta: “Nei giorni scorsi sono entrate nelle nostre case immagini di grande dolore, provenienti da due Paesi che forse ci sembrano lontani, ma che in realtà non possono che essere da noi considerati vicini, perché in Cristo, come sempre ci ricorda il Papa, siamo tutti fratelli: l’Afghanistan e Haiti. Desidero condividere con voi alcune considerazioni. Dopo la caduta di Kabul, la situazione in Afghanistan è davvero drammatica: le immagini delle persone assiepate in aeroporto e delle donne che consegnano i propri figli ai soldati ancora presenti sul territorio ne sono il segno più eloquente. E il timore che i diritti e la dignità delle donne e di tutti possano essere gravemente violati è molto grande”.

Se da una parte si sta attivando una risposta solidaristica internazionale, dall’altra assistiamo nuovamente all’innalzamento di muri e barriere sui confini nazionali di alcuni Paesi europei – prosegue nella lettera -. I bambini, le donne e gli uomini dell’Afghanistan che diventano profughi provano a lasciarsi alle spalle una realtà ormai insostenibile. E’ purtroppo la stessa storia che, in forme diverse ma sempre drammatiche, vediamo emergere nelle vicende dei profughi che provengono da Paesi segnati da una violenza ormai endemica, come la Siria, il Libano, il Bangladesh, o nei racconti di quanti sopravvivono con fatica nei campi di prigionia della Libia, provenienti da diversi Paesi africani”.

“Condivido la recente Nota di Pax Christi – aggiunge il vescovo -: tutte queste situazioni ci chiedono di deciderci ad avviare ‘una profonda riflessione sul fallimento della guerra e sulla necessità di investire in strumenti efficaci per costruire una pace giusta’”.

“Ma anche la situazione di Haiti ci stringe il cuore – riprende Marino -. Undici anni fa un terremoto che ha devastato il Paese con più di 300.000 morti e oltre un milione di profughi; oggi un nuovo terremoto che ha ucciso più di 2.000 persone, e moltissimi sono ancora dispersi. Temo che un popolo così duramente provato stia perdendo la speranza per il proprio futuro: per questo vi chiedo di custodirli con la vostra preghiera”.

“Ma ricordo anche la parola di San Tommaso Moro: ‘Dammi la grazia, Signore, che quanto è oggetto delle mie preghiere sia anche oggetto delle mie opere”. Dovremo dunque, secondo le indicazioni che nei prossimi giorni verranno da Caritas italiana e Caritas Internationalis, sostenere anche economicamente questi nostri fratelli. Mentre affido a tutti voi, e in particolare alle Comunità parrocchiali, queste mie poche riflessioni, Vi benedico con affetto e Vi chiedo ancora di pregare per quanti stanno soffrendo” conclude il vescovo della diocesi di Savona-Noli.

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