Savona. “Perché non mi sono candidato a sindaco? Perché non mi hanno voluto come candidato le solite schifezze dei partiti. Ma prima del ballottaggio pretenderò che Schirru dichiari chi sarà il vice e i nomi che entreranno in giunta. In caso contrario inviterò i miei elettori a non votare”. L’ultimatum arriva da Pietro Santi, attuale assessore nella giunta Caprioglio e candidato alle prossime elezioni nelle file della Lista Toti.
Che Santi abbia tentato per mesi di essere il candidato sindaco del centrodestra è cosa nota (si vociferò persino di un passaggio ad hoc in Lega). Che davanti al ripetuto rifiuto abbia accarezzato l’idea di una lista propria, anche. E negli scorsi mesi più volte il recordman di preferenze a Savona ha espresso i propri diktat per fare parte della squadra: posto di vicesindaco per sé e giunta composta interamente da savonesi (un modo “gentile” per chiedere l’allontanamento di Silvano Montaldo, assessore al bilancio proveniente da Laigueglia che Santi ha sempre visto come fumo negli occhi).
Ma la scelta, alla fine, di candidarsi come capolista di Cambiamo senza alcuna rassicurazione ufficiale sul ruolo futuro sembrava averlo fatto un po’ rientrare nei ranghi: era ipotizzabile che la trattativa, sotterranea, proseguisse, ma senza forzature evidenti. E invece l’aut aut pubblico è arrivato, chissà se volontario o no, in un commento su Facebook a chi gli chiedeva spiegazioni sul proprio passo indietro come candidato sindaco.
“Aveva fatto un sondaggio ed era venuto fuori che in tanti la volevano come sindaco, perché allora non ha ‘puntato i piedi’ e non si è opposto? – gli chiede una elettrice – Perché si lascia usare come ‘acchiappavoti’? Se lei non si fosse presentato nelle liste il centrodestra avrebbe perso molti voti, non le sembra di non essere riconosciuto abbastanza dai suoi alleati?”.
Parole a cui Santi replica duramente: “Quello che lei ha scritto è la verità assoluta. Con molta franchezza le dico che non mi hanno voluto come candidato Sindaco non i cittadini ma le solite schifezze dei partiti. Avevo due possibilità: ritirarmi a vita privata, e avrei fatto contento tante brutte figure che con Savona non hanno nulla a che fare ma che vengono in questa città a comandare e a decidere in nome e per conto dei savonesi senza avere alcun diritto, oppure candidarmi e resistere per lavorare a favore della città”. Santi, insomma, avrebbe mandato giù il boccone amaro per non lasciare campo libero a Montaldo.
Ed è qui che arriva l’ultimatum al candidato sindaco Angelo Schirru e alla coalizione di centrodestra: “Sia ben chiaro che prima del ballottaggio pretenderò che il candidato sindaco della mia coalizione dichiari chi sarà il vice sindaco e i nomi che entreranno in giunta in caso di vittoria. Ma soprattutto pretenderò che sia ben chiaro che in giunta entreranno solo savonesi e possibilmente votati dai cittadini. In caso contrario non solo non andrò a votare ma inviterò i miei elettori a fare altrettanto“.
Angelo Vaccarezza e Alessandro Bozzano, insomma, sono avvisati, così come la Lega: il vice dovrà essere Santi o il suo cospicuo bagaglio di voti, al ballottaggio, sarà perduto. Già 5 anni fa Santi rischiò di rimanere fuori dalla giunta, e la scoperta di manovre ad hoc poco prima del ballottaggio creò un caso che costrinse Vaccarezza a “blindarlo”. Chissà che la storia non si ripeta.
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