Riflessione

Savona 2021, Astengo: “Sondaggi centrodestra poco affidabili, più utile lavorare su flussi elettori”

Un'analisi dei sondaggi per le prossime elezioni comunali a Savona

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Savona. “In questo momento, in attesa della definizione conclusiva delle candidature e degli schieramenti, può apparire maggiormente proficuo lavorare sui flussi in entrata e in uscita tra i vari schieramenti secondo gli esiti delle elezioni passate (un lavoro che consente di mettere in rilievo come elemento da valutare la crescita esponenziale nel tasso di volatilità elettorale: fenomeno avvenuto di elezione in elezione anche nell’elettorato savonese)”.

A dirlo è Franco Astengo, de Il Rosso non è il Nero, in merito ai sondaggi resi noti negli ultimi giorni “entrambi commissionati da soggetti di centro – destra che sorreggono la candidatura del dott. Schirru fornivano lo stesso esito anche se il vantaggio del candidato (ovviamente quello prediletto dai richiedenti) risultava misurato in una forbice di diversa ampiezza”.

“Non è facile – spiega Astengo – individuare il target esatto da sottoporre alle domande utili per comprendere l’orientamento politico degli eventuali interessati e che certi schemi “classici” (un tanto di questo e un tanto di quell’altro) in una situazione di questo tipo possono risultare fuorvianti. Così come ha sicuramente aumentato il margine di errore l’essersi limitati a una operazione di “riconoscimento” per 2 soli candidati – sindaci (con un terzo “altro”) lasciando fuori le diverse candidature che pure sono già sul campo e che pure presentano una loro specificità di identificazione”.

“In verità la resa pubblica di questi dati non ha suscitato particolare clamore, rimanendo l’attenzione ristretta nell’ambito degli addetti ai lavori. Il fronte opposto, quello che sostiene la candidatura dell’avvocato Russo, non ha ritenuto infatti di replicare e non ha diffuso alcuna analoga valutazione. Purtuttavia alcune osservazioni di metodo e di merito possono essere avanzate”.

E Astengo esprime le sue perplessità: “Prima fra tutte quella riguardante la difficoltà che si incontra a sviluppare un lavoro di sondaggio di questo tipo in una situazione molto ben definita come quella di una piccola città come Savona. Una città abitata mediamente da anziani molto ben insediati sul territorio, con una mobilità sociale limitata e con nuovi insediamenti rappresentati principalmente da immigrati extracomunitari, una buona parte dei quali che non potrà partecipare al voto”.

Ma non solo, un altro dato che inciderà sul risultato sarà il tasso di affluenza alle urne: “Il primo dato da considerare, in questo senso, riguarda il costante calo della partecipazione alle urne: Savona un tempo era città dalla conformazione molto consolidata nelle opinioni politiche derivanti direttamente dalle diverse identità sociali e dalla forte presenza alle urne, per un lungo periodo ben al di sopra del 90%”.

“Nell’epoca in cui non esistevano i sondaggi – spiega -, per capire l’andamento elettorale bastavano i primi dati delle sezioni 31 e 32 (adesso riunificate nella sezione 17) poste ai margini tra il Centro Città e il quartiere operaio di Villapiana: l’esatto mix di composizione sociale che consentiva una misurazione precisa del riflesso del voto su tutta la città (sul piano nazionale identica funzione ricopriva l’esito del voto nella città di Lavagna, sempre in linea con le tendenze nazionali per via della posizione di frontiera tra zona industriale e zona turistica)”.

Altre due problematiche riguardano i destinatari del sondaggio e i candidati presi in considerazione: “Intendo così sostenere che non è facile individuare il target esatto da sottoporre alle domande utili per comprendere l’orientamento politico degli eventuali interessati e che certi schemi “classici” (un tanto di questo e un tanto di quell’altro) in una situazione di questo tipo possono risultare fuorvianti. Così come ha sicuramente aumentato il margine di errore l’essersi limitati a una operazione di “riconoscimento” per 2 soli candidati – sindaci (con un terzo “altro”) lasciando fuori le diverse candidature che pure sono già sul campo e che pure presentano una loro specificità di identificazione”.

“Fermo restando – puntualizza Astengo – il principio della necessità della presenza nel sondaggio di tutti i candidati meglio sarebbe stato usare un metodo ‘ordinale’ chiedendo agli interpellati di elencare i candidati stessi in ordine decrescente di possibilità di voto con un sistema di ‘voto per punteggio'”.

Poi ci sono da considerare le liste: “Bisogna rilevare l’assoluta non corrispondenza tra le liste e i candidati: in entrambi i casi le liste prese in esame non saranno quelle che effettivamente saranno sottoposte al voto, ed è questo un altro elemento di distorsione nel risultato finale dell’indagine”.

“Tra l’altro c’è da notare come i due schieramenti principali presentino caratteristiche ben diverse dal punto di vista delle liste di sostegno: mentre il centro – destra presenta liste dichiaratamente di partito ciascuna con il proprio simbolo ( o ‘biciclette’ come nel caso del connubio Forza Italia – UDC); il centro – sinistra ha raggruppato, oltre alla lista del ‘Patto’ definita con un impianto sicuramente da considerarsi “civico”, le diverse impostazioni politiche presenti nel suo ambito in due liste raggiungendo così complessivamente un risultato (schematizzando si potrebbe dire “al centro” e “a sinistra”) unitario sicuramente non prevedibile qualche mese fa. Da registrare anche la defezione dal centro destra di Liguria Popolare che presenterà un proprio candidato, oltre al mancato accordo tra M5S e centro sinistra”.

“Da questo punto di vista è emersa senz’altro la difficoltà nel valutare le liste civiche di volta in volta presenti nelle consultazioni amministrative e regionali (da tener conto, ad esempio, che nelle comunali 2016 erano presenti, in autonomia o nella coalizione di centro sinistra liste adesso confluite nelle due formazioni unitarie di Riformiamo e Sinistra per Savona) ma un risultato di una certa qual approssimazione è possibile ottenerlo seguendo ad esempio il metodo interpretativo Corbetta – Schadee”.

“Così esaminando le tornate elettorali dal 2016 in poi e tenuto conto dell’impossibilità di valutare oggettivamente il peso della candidature a Sindaco, la somma delle liste di sostegno vede una leggera prevalenza del centro – sinistra al 44,16% con il PD primo partito al 22,08% , il centro destra al 41,95% con la Lega al 17,35%. Fuori dai due schieramenti il punto di partenza (perché si tratta di punti di partenza che possono naturalmente modificarsi in eccesso o in ribasso) il M5S è ancora valutato all’11,04%, probabilmente al di sopra delle attuali potenzialità del movimento”.

“La partecipazione al voto si aggirerebbe attorno al 62%. Si tratta appunto di posizioni di partenza che rimangono tutte da scoprire nel corso del mese e mezzo che ci separa dal voto – conclude -. Quanto ai sondaggi sarebbe bene svilupparli al momento della certezza del quadro di candidature a Sindaco e liste magari non fidandosi troppo delle dichiarazioni riguardanti la popolarità dei singoli”.

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