Tricolore

Il savonese Samuele Sassari è campione d’Italia di beach soccer: “Gioia immensa, altri sogni? La nazionale”

Il classe 1996 ha centrato l'obiettivo alla sua prima stagione con i colori del Pisa, una delle "big" della disciplina

Samuele Sassari campione d'Italia

Il Pisa Beach Soccer si è laureato campione d’Italia. Nella squadra scudettata anche il savonese Samuele Sassari, volto noto del calcio locale per aver militato tra le altre con i colori di Savona, Vado, Albissola e Alassio. Il centrocampista offensivo classe 1996 si è tolto lo sfizio di conquistare il “tricolore della sabbia” prima di tuffarsi nella sua prima avventura fuori regione. Di quest’estate, infatti, la notizia del suo passaggio dall’Imperia all’Ovadese, compagine impegnata nella Promozione piemontese.

Campione d’Italia di beach soccer, quando è nato l’interesse per questa disciplina?

Essere campione d’Italia è un sogno che si realizza, non posso che ringraziare il Pisa. Mi sono avvicinato a questo sport tramite Cristian Cattardico (ora tecnico del Savona ndr), che mi ha chiamato per fare un torneo a Chiavari. La seconda tappa del mio percorso è stata la Serie A con la squadra di beach soccer del Bragno, abbiamo ottenuto una salvezza importante visto che c’erano squadre molto forti. L’anno seguente il gruppo del Bragno si è spostato all’Entella Beach Soccer. Abbiamo ottenuto un’altra salvezza. Poi, è arrivata la richiesta di una società importante come il Pisa. Già la scorsa estate avrei dovuto giocare con il Pisa ma per via della pandemia è saltato un anno di Serie A.

Già a inizio campionato c’era l’idea di poter vincere il titolo?

La squadra è stata creata per ottenere il meglio possibile, ovvero per arrivare in fondo alla competizione. Sono stato due mesi qui a Pisa insieme ai brasiliani della squadra. Sono dei mostri del beach soccer, mi hanno aiutato tanto a crescere. E’ scattato qualcosa quando abbiamo perso la finale di Coppa Italia contro il Catania ai rigori. Ci siamo sentiti privati di qualcosa che avremmo meritato. Da quel momento ci siam messi in testa che avremmo dovuto vincere il campionato. Non è stato facile, nel beach soccer a maggior ragione le partite non si possono mai considerare chiuse.

Altri obiettivi ancora più ambiziosi?

Abbiamo festeggiato qui a Lignano insieme alla società. Ora si riparte con il calcio e con il lavoro. Al momento, sogno la chiamata in nazionale. So che è difficilissimo, ma sarebbe un’ulteriore gioia. Detto questo, diventare campione d’Italia alla prima esperienza con una squadra importante è già un ottimo obiettivo.

Ci sono delle qualità che un calciatore deve avere per essere “adatto” al beach soccer?

Bisogna essere portati per questo sport, perché è completamente diverso al calcio. Non ha nulla a che vedere. Assomiglia al futsal. Bisogna avere un mix di esplosività, tecnica, resistenza e tiro. Sono qualità che si tirano fuori giocando con grandi campioni e allenandosi con costanza.

 

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