Incertezza

Funivie, decreto su commissario non stoppa lo spettro della liquidazione

Appesa ad un sottile filo il destino della società, ma la Cgil rilancia: "Progetto sulla filiera delle rinfuse unica via per dare soluzioni concrete"

filiera rinfuse funivie

Savona/Cairo M. “Con la decisione del Ministero di nominare il Provveditore interregionale per le opere della Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria, le Funivie di Savona hanno finalmente un commissario straordinario. Si tratta di una decisione fondamentale perché si pongono le condizioni per velocizzare la ricostruzione dell’infrastruttura”. Così ieri l’On. Raffaella Paita sul decreto di nomina: Fabio Riva era già stato indicato nel ruolo di commissario per il ripristino dell’impianto, ma la situazione della vertenza industriale, allo stato attuale, è ben più complicata.

Intanto i sindacati che seguono la vicenda non hanno ancora avuto comunicazione ufficiale, in secondo luogo resta il tema fondamentale della concessione, per la quale proprio le sigle sindacali avevano chiesto un altro commissario ministeriale per garantire solidità alla possibile ripartenza produttiva. Nel 2020 Funivie ha restituito la concessione in essere, ma si è aperto un contenzioso con lo stesso Ministero, finito al Tar: il Tribunale amministrativo, però, ha specificato che non è competente a trattare la materia nell’ambito della giustizia amministrativa, rimbalzando la querelle giudiziale al Tribunale ordinario di Roma in sede civile.

Pesa come un macigno la lettera arrivata a Funivie dal Ministero prima della nomina ufficiale di Fabio Riva, con al centro proprio la concessione di esercizio del servizio pubblico della Funivia Savona-San Giuseppe di Cairo, nella quale si spiega a chiare lettere che dopo una valutazione della situazione industriale e aziendale non sarebbe possibile prendersi in carico la concessione, un No, di fatto, all’ipotesi di un commissario ad hoc solo per l’aspetto gestionale e concessorio: “Ad oggi, in merito, non si è addivenuti all’individuazione di ulteriori misure da adottare oltre quelle già previste dalla normativa vigente” si legge nella missiva.

Una matassa, quindi, davvero difficile da sbrogliare, anche perché l’azienda si appresta alla procedura di liquidazione, inevitabile per i costi sostenuti in questi mesi di mancata produttività dell’impianto: anche solo i costi minimali di manutenzione incidono sul patrimonio aziendale.

La società Funivie sarà costretta a intraprendere la procedura per seguire le norme sulle crisi di impresa (quando gli esborsi arriveranno a intaccare il Tfr accantonato): stando al quadro contabile la scadenza probabile è già per la fine del mese di settembre.

Con la messa in liquidazione della società verrebbe meno, automaticamente, anche il rapporto concessorio.

“Come Cgil avevano criticato la gestione poco lungimirante aziendale ben prima della frana e del danneggiamento dell’impianto, facendo anche uno sciopero. E’ mesi e mesi che attendiamo un confronto con il Ministero, così come attendiamo di incontrare il commissario per capire i tempi della ricostruzione, senza contare, appunto, il tema della concessione con la richiesta di un altro commissario, locale e che soprattutto conosca l’ambiente portuale e delle rinfuse” afferma il segretario provinciale della Cgil savonese Andrea Pasa.

“Tengo a sottolineare il lavoro che stiamo facendo unitariamente con CISL e UIL anche con il supporto della Regione Liguria, ovvero un nuovo progetto industriale che riguarda tutta la filiera delle rinfuse, ovvero una società unica che si occupi di sbarco in porto, trasporto – con Funivie e Ferrovie – e stoccaggio nell’area di ben 120 mila mq dei parchi di Bragno, operando al tempo stesso per l’ambientalizzazione del sito produttivo: questa è l’unica strada che può salvare un asset strategico del savonese e soprattutto tutelare i tanti lavoratori del settore che da troppo tempo vivono nella più assoluta incertezza”.

“La procedura di liquidazione sarebbe un atto di irresponsabilità dell’azienda, vorrebbe dire lasciare le maestranze in una condizione estrema di incertezza. Auspico che ci siano i tempi per definire un nuovo percorso industriale, ma serve uno sforzo congiunto e deciso delle stesse istituzioni” conclude Pasa.