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Dal Quiliano al Quiliano&Valleggia, l’entusiasmo di Leandro Pansera: “Felice di poter allenare un gruppo giovane”

Dopo due stagioni di stop, l'ex allenatore tra le altre di Vado, Altarese e Rocchettese ha deciso di ributtarsi in pista

Leandro Pansera al Quiliano&Valleggia

Affidare il futuro a chi ha scritto pagine importanti del passato. Questa, in sintesi, la scelta del Quiliano&Valleggia, che ha deciso di mettere alla guida della formazione “B” l’allenatore che nel 1999 portò il Quiliano dalla Prima Categoria alla Promozione, vincendo gli spareggi play off contro le formazioni genovesi. L’anno dopo, una salvezza senza patemi per completare il lavoro. Il tutto in un Quiliano “sostenibile”, come vuole essere il Quiliano&Valleggia, distante e non poco da alcune gestioni passate poco oculate.

L’ultima esperienza di Leandro Pansera risale a prima della pandemia. L’allenatore di Altare aveva condotto nel corso della stagione 17/18 la Rocchettese fino alle soglie della zona play off, poi non acciuffata a causa degli scontri diretti sfavorevoli con la Priamar. L’anno dopo, tuttavia, nonostante una squadra rinforzata il campionato non era iniziato bene e le strade del club rossoblù e del tecnico si erano separate.

“Ho parlato con Michele Salinas, il presidente dell’epoca e ora dirigente – commenta Pansera – e ho ritrovato molte caratteristiche del Quiliano che ricordavo, per questo ho deciso di affrontare questa avventura. Sono molto contento di iniziare dopo due stagioni di stop. Avrò a disposizione una squadra dall’età media davvero bassa: i più anziani saranno del 1998. L’esperienza con i ragazzi di questa fascia di età non mi manca, visto che ho allenato gli allievi e la juniores regionale e nazionale del Vado”.

La formazione “B” del Quiliano&Valleggia sarà impegnata nel campionato di Seconda Categoria. “Mi piace questa soluzione -prosegue Pansera – perché consente ai giovani di misurarsi fin da subito con il calcio dei grandi. E’ un campionato nel quale si incontrano giocatori validi che potrebbero giocare in Eccellenza o Promozione ma che per motivi di studio o di lavoro preferiscono un torneo meno impegnativo. Senza classifica? Non penso proprio che ci saranno problemi di motivazioni. Poter giocare in una prima squadra e in una struttura all’avanguardia come quella del Picasso è una fortuna. Se un ragazzo decide di giocare a calcio non può non essere motivato a far bene. Sarebbe assurdo il contrario. Inoltre, hanno anche il vantaggio di poter giocare con compagni che conoscono da tempo, invece di essere disseminati nelle varie squadre della zona, con il rischio di non trovarsi bene e di decidere di smettere”.