Prospettiva

Toti: “Liguria in ripartenza post Covid, cogliere tutte le opportunità del Recovery”

Per il governatore i numeri e i dati della ripresa economico-sociale sono confortanti: "Responsabilità e consapevolezza della classe dirigente"

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Liguria. “Sappiamo che non è ancora vinta la battaglia delle battaglie: ripartiamo da qui, con la consapevolezza che dobbiamo mettere a frutto quello che abbiamo imparato in questi lunghissimi mesi. Credo che lo stiamo già facendo e lo dimostrano i numeri e i dati di oggi: la Liguria è la seconda regione per immunizzati totali in Italia grazie ad una della campagne vaccinali più efficaci di sempre”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti intervenuto in apertura della quinta edizione del Forum Liguria 2030, organizzato da The European House – Ambrosetti e da Regione presso l’Abbazia della Cervara a Santa Margherita Ligure.

“Allo stesso modo la Liguria, grazie al suo sistema sanitario regionale, ha affrontato la seconda e terza ondata del Covid imparando dalla prima – prosegue Toti – e abbiamo avuto meno danni di altri. Siamo stati i primi ad organizzare una sanità strettamente collegata tra ospedale e territorio, con i collegamenti con i medici di medicina generale grazie all’Università e alla Clinica di Malattie Infettive del nostro Policlinico San Martino, siamo stati i primi ad usare i monoclonali in modo massiccio per curare le persone a casa. Abbiamo dimostrato non solo resilienza ma anche di saper usare quello che abbiamo imparato, dolorosamente, con un costo altissimo in termini di vite umane e di Pil. La nostra Liguria Digitale è cresciuta molto anche nell’integrazione con il sistema sanitario, raggiungendo un livello molto alto di capacità programmatoria”.

“Ora – evidenzia il governatore della Liguria – dobbiamo mettere a frutto quello che abbiamo imparato e non perdere un’occasione straordinaria. Per questo ci troviamo qui oggi, per rimetterci in cammino forti di quello che abbiamo imparato”.

Sotto il profilo economico, durante la pandemia “abbiamo perso tantissimo terreno, più di 8 punti di Pil ma – sottolinea Toti – sfogliando il Documento di economia e finanza regionale emergono anche cifre importanti che guadagneremo nel futuro. Il ministro Cingolani ieri parlava addirittura di crescita del 5% del Pil, un’opportunità che se non sapremo sfruttare ora, non sfrutteremo mai più. E abbiamo in questa regione alcune condizioni felici: perché agli investimenti del PNRR, la Next Generation, si aggiungono quelli accumulati nel corso degli anni che dipaneranno i loro effetti in modo coerente e sinergico con il Recovery Fund. E parlo di tutti i campi: dalle infrastrutture, con il Terzo Valico che inizierà nel 2024 ad essere operativo, il passante di Genova, la diga del porto, alla raccolta differenziata su cui la Liguria ha fatto passi da gigante, con la prospettiva di trasformare quello che era considerato un costo in una risorsa”.

“Questa è la filosofia che deve stare alla base della salvaguardia dell’ambiente – sottolinea Toti – che non può più essere interpretato come qualcosa di peloso. In questa zona sono all’ordine del giorno i dibattiti sui parchi, come se qualcuno fosse per cementificare e qualcun altro per salvare. È un dibattito sbagliato: così come le infrastrutture salvano e non danneggiano l’ambiente, nessuno vuole distruggere il nostro paese perché significherebbe distruggere un asset aziendale importantissimo e nessuno ha la titolarità di salvatore della patria. Occorre fare in modo che i prossimi cinque anni ci portino a filosofie ambientali consapevoli e ad uno sviluppo sostenibile che facciano del nostro ambiente la nostra ricchezza”.

“In Liguria abbiamo cominciato a farlo. La pandemia ci ha insegnato anche che i cantieri possono rimanere aperti anche nei momenti difficili: lo abbiamo fatto con il ponte di Genova, con il cantiere sul Bisagno che oggi è concluso e con tutti i cantieri sul dissesto idrogeologico o sui porti. Non abbiamo perso neanche un minuto e oggi questo ci dà come regione una centralità straordinaria che dobbiamo saper sfruttare”.

E ancora: “Voglio fare oggi un ultimo appello, visto che qui c’è un pezzo di opinione pubblica qualificata della nostra regione e da qui parliamo all’Italia, con manager di importanti industrie e amministratori pubblici: non c’è una legge che possa essere un surrogato del fattore umano nel realizzare le cose. Il modello Genova era un Decreto legge, poi applicato con coraggio da tante persone. Non c’è una legge che riesca a dare coraggio alla mano che firma, che vuole assumersi i rischi d’impresa o amministrativi. Occorre tornare profondamente ad un’etica della responsabilità”.

“Il quadro normativo c’è anche se può essere migliorato, il nostro è un grande Paese, gli investimenti ci sono, le capacità e la tecnologia pure, adesso – prosegue Toti – ci vuole il coraggio che hanno avuto le generazioni passate prima di noi, di chi ha fatto il Risorgimento, di chi ha fatto la ricostruzione post bellica, di chi ha combattuto la guerra sulle montagne. Sono sacrifici molto minori quelli che oggi il Paese chiede alla sua classe dirigente, rispetto a quelli del passato. Però un po’ di sacrificio va fatto”.

“Abbiamo un Paese pieno di persone a cui piace mettersi la spilletta sulla giacca ma quando c’è da prendersi una responsabilità mettendo una firma e dicendo ‘si fa così, lo deciso io e sono pronto a difenderlo’, spariscono sotto la scrivania. Questo male non lo guariremo con nessun processo legislativo ma solo con una grande assunzione di consapevolezza e responsabilità da parte della classe dirigente. Non esistono onori senza oneri, cerchiamo di non dimenticarlo – conclude – in un momento così importante per il paese”.