Tra passato e presente

Storia dell’energia idroelettrica: le ricadute delle centrali di Tirreno Power sui territori

Esempi di simbiosi con l'ambiente circostante sono, tra gli altri, la diga di Valla e la centrale idroelettrica di Spigno Monferrato

Storia dell'energia idroelettrica: l'impatto delle centrali Tirreno Power sui territori

La storia dell’energia idroelettrica in Italia è secolare, affonda le sue radici a fine ‘800, con la rivoluzione industriale, per poi percorrere due secoli all’insegna dell’innovazione e di una crescita costante e continua.

Crescita di cui, dal 2003, con la sua nascita, ha iniziato a far parte attiva e positiva Tirreno Power, che oggi possiede tre grandi centrali a ciclo combinato alimentate a gas naturale lungo la costa tirrenica (tra le quali, quella molto conosciuta, in particolare nel savonese, di Vado Ligure) e ben 18 centrali idroelettriche dislocate lungo l’intero arco dell’Appennino ligure, ma non solo.

Lungo l’arco dell’Appennino ligure e fino alle Alpi Marittime, in un paesaggio di grande suggestione, infatti, sorgono anche le sette grandi dighe e gli invasi che alimentano il polo idroelettrico di Tirreno Power e che, oltre alla produzione di energia, offrono importanti opportunità ai territori.

UN PO’ DI STORIA

Alla fine dell’800, con la rivoluzione industriale, la richiesta di energia elettrica era sempre più crescente. Fu allora che prese piede l’idea di sfruttare l’energia dell’acqua, soprattutto in paesi come l’Italia, povere di carbone ma ricche di bacini idrici.

La prima centrale idroelettrica italiana fu inaugurata a Tivoli nel 1886; grazie alle acque dell’Aniene consentiva l’illuminazione elettrica della città di Roma. Altre centrali sorsero in tutto il nord del Paese (se ne contano oltre mille solo nell’arco alpino), favorendo, tra le città di Genova, Torino e Milano, lo sviluppo del cosiddetto triangolo industriale, che trasformò la nostra economia e anche la nostra società.

Storia dell'energia idroelettrica: l'impatto delle centrali Tirreno Power sui territori

Ancora oggi la fonte idroelettrica copre in Italia il 17% della produzione nazionale lorda ed è la prima tra le fonti rinnovabili per energia prodotta. (Dati Terna 2018).

INNOVAZIONE, RISPETTO DELL’AMBIENTE E COESIONE COI TERRITORI

Il rispetto delle norme ambientali e di sicurezza negli impianti rappresenta uno degli aspetti centrali della cultura aziendale di Tirreno Power che, negli ultimi anni, ha sostenuto spese e investimenti per la tutela dell’ambiente per oltre 3 milioni di euro e programmato circa 6mila ore di formazione per i dipendenti nelle materie di ambiente, salute e sicurezza.

Ed innovazione, ricerca costante di soluzioni per una produzione più efficiente e sostenibile, sono parte dell’impegno attivo per l’ambiente di Tirreno Power. Fulgidi esempi di coesione coi territori e tutela ambientale, come confermato anche da alcune testimonianze dirette, sono rappresentati, tra gli altri, dalla gestione della diga di Valla e della relativa centrale idroelettrica di Spigno Monferrato.

LA DIGA DI VALLA E L’IMPIANTO DI SPIGNO MONFERRATO

La diga di Valla, ultimata nel biennio 1923-1925, dopo circa due anni di lavori, è alta 47 metri e lunga, al coronamento, 113,8 metri. È gestita da Tirreno Power per produrre energia elettrica nella centrale idroelettrica nei pressi di Spigno. Il lago formato dalla diga ha una profondità massima di 40 metri e, quando è pieno, contiene circa 2 milioni di metri cubi di acqua.

La diga di Valla, che sbarra il bacino, è alimentata dal torrente Valla (situato tra le province di Savona e di Alessandria) e da un canale a pelo libero che attinge da una presa sul torrente Bormida (situato al confine tra Liguria e Piemonte) a Piana Crixia.

Storia dell'energia idroelettrica: l'impatto delle centrali Tirreno Power sui territori

La centrale di Spigno Monferrato, inaugurata nel 1927, è stata rinnovata nel 2008: ha una potenza di 12,50 MW e vanta una producibilità media annua pari a 22,85 GWh.

TESTIMONIANZE: ANTONIO VISCONTI, SINDACO DI SPIGNO

Antonio Visconti è il sindaco di Spigno Monferrato ed è anche autore di un libro dal titolo: “Spigno Monferrato. Quattro storie di luoghi e di persone”, all’interno del quale una storia è dedicata a “La produzione di Energia elettrica in Valbormida all’epoca della Falck”. 

Storia dell'energia idroelettrica: l'impatto delle centrali Tirreno Power sui territori

“Andavo a pescare con mio padre, – ha raccontato. – Frequentavo il Valla e il Bormida quasi quotidianamente e la diga e la centrale erano la mia ‘sala giochi’. La diga è stata la realizzazione di un desiderio di Dotta Giuseppe, il mugnaio di Spigno, che aveva già costruito un piccolo sbarramento all’inizio del paese e aveva riattivato un canale che metteva in comunicazione la valle del torrente Valla con quella del Bormida. Una comunicazione già presente nel 1700, che lui ha riattivato. E, grazie a questo passaggio di acqua, riusciva a produrre energia elettrica, seppur in minima quantità”.

“Dotta sapeva, però, che era necessario creare uno sbarramento più a monte e avere una maggiore quantità di acqua raccolta. Anche per questo il Comune ha gradito la costruzione della diga, perché c’era uno spignese molto colto, intraprendente, potremmo definirlo un ‘manager’ della sua epoca, che voleva ci fosse quella diga”.

Storia dell'energia idroelettrica: l'impatto delle centrali Tirreno Power sui territori

L’energia elettrica veniva trasferita, tramite una linea ad alta tensione, alle acciaierie di Sesto San Giovanni della Falck. In gran parte, non alimentava il Comune di Spigno, ma c’era un elettrodotto che serviva i mulini. Dotta ha poi abbandonato il mulino originale, ma ne ha attivato un altro e poi altri ancora, fino a Piana Crixia. Il Comune di Spigno ha poi sempre beneficiato di un acquedotto di acqua non sanitaria, non potabile, ma sempre utile per irrigare orti e cose di questo genere”.

Il rapporto tra la diga e il Comune di Spigno è sempre stato positivo e favorevole, fin da quando è stata costruita, nel biennio 1923-1925, durante il quale l’invaso non ha allagato né strade, né cascine, né il centro abitato, essendo stato realizzato in una parte di vallata molto stretta e rocciosa”.

La costruzione della diga ha portato anche una grande attività commerciale al Comune. C’erano ingegneri, operai e manovali, che lavorano costantemente, tutti i giorni, e anche il settore terziario (ristoranti, alberghi e imprese di trasporti) ne ha beneficiato. Un segno della civiltà che va avanti, del mantenimento delle famiglie: il tutto finalizzato alla produzione di energia pulita“, ha concluso il primo cittadino.

TESTIMONIANZE: BRUNELLO ASINARI, OPERAIO SPECIALIZZATO

Questo, infine, il racconto, carico di emotività e ricordi, di Brunello Asinari, storico operaio specializzato della diga di Spigno Monferrato: “Sono stato prima con gli elettricisti, poi ho fatto l’autista e il turbinista. Infine, sono passato alla sala comandi, dove all’epoca tutto era manuale, mentre ora è un altro mondo, è tutto automatizzato”.

Storia dell'energia idroelettrica: l'impatto delle centrali Tirreno Power sui territori

“Sono rimasto lì fino alla fine dei lavori di questa impresa, quando mi è arrivata la proposta di lavorare negli uffici, ma la mia vocazione, la mia passione, sono sempre state quelle dei turni nelle centrali, la volontà di farle funzionare al meglio“.

Tanti gli aneddoti e le storie di quanto ho vissuto qui in tutti questi anni, anche legate a mio padre, e che ho voluto raccontare a mia nipote. Anche lei si è appassionata a queste cose e, a sua volta, le ha raccontate ai giovani amici, che le hanno ascoltate quasi ‘imbambolati’ e rapiti dai racconti”, ha concluso.

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