Savona. È un Marco Russo davvero a tutto campo quello intervenuto nel corso del terzo episodio de “La Telefonata”, il podcast di Nicola Seppone (giornalista della nostra redazione) che si prefigge di raccontare il savonese attraverso chiacchierate genuine con ospiti del territorio.
La città della Torretta sarà presto chiamata a rinnovare il proprio consiglio comunale e Marco Russo, con il suo “Patto per Savona”, sarà uno dei protagonisti della partita. Nel corso dell’ultimo anno, infatti, l’avvocato savonese è riuscito ad attrarre su di sé l’attenzione di tutte le anime del centro-sinistra della città. In realtà Russo ha fatto anche qualcosa in più. La sua “agenda”, che al momento consta di un concentrato di proposte racchiuso in 74 slide, ha convinto anche alcuni attori politici che erano soliti guardare a quell’area politica con diffidenza (se non con disprezzo). È il caso di Andrea Melis, pentastellato della prima ora, che ha definito il programma di Russo una “proposta credibile”.
ASCOLTA LA TELEFONATA CON MARCO RUSSO
Posato, pacato, riflessivo. Sarà merito della musica classica che tanto ama ascoltare? Chi lo sa. Fatto sta che Marco Russo non è esattamente il prototipo di politico che siamo abituati a vedere nei peggiori talk-show televisivi. A dire il vero Marco Russo non è nemmeno un politico. Nella vita fa l’avvocato e la sua forma mentis è emersa subito chiaramente non appena abbiamo iniziato a parlare con lui. Le risposte del candidato sindaco savonese non arrivano mai di getto, sull’onda di un’emozione o di una sensazione. No. Tutte le risposte di Russo hanno un capo e una coda. Si parte sempre dalle premesse, i concetti vengono elaborati e solo poi si arriva al nocciolo della questione. Nel ragionamento di Russo non sembra esserci spazio per l’improvvisazione. Nemmeno quando gli proviamo a chiedere di menzionare il titolo di un libro o di una canzone che rappresentano il suo stato d’animo in questo particolare momento. Niente. “Ma è normale, è un avvocato”, starete pensando. Probabilmente sì. Ma ora che si candida a governare la città di Savona, dovrà imparare a fare anche un altro “mestiere”: il politico.
PACATO E TRANQUILLO, MAI TITUBANTE
Oggi chi si candida a ricoprire il ruolo di sindaco in una città importante come Savona sa che dovrà sopportare il peso di grandi, enormi responsabilità. Ed è qui che viene fuori tutto il pragmatismo di Russo: “Sono consapevole della difficoltà di fare il sindaco oggi e delle responsabilità che comporta. Le ho valutate, ma ci sono momenti nella vita di una persona e di una comunità nella quale bisogna saper mettere davanti al timore delle responsabilità il coraggio dell’innovazione – risponde con uno slogan -. Ho soppesato le difficoltà e le responsabilità, ma non mi sono fatto bloccare da queste”.
Ed eccolo qui il Russo decisionista e risoluto: “Io sono fermamente convinto, ed è la ragione per cui ho fatto questo passo, che il punto dove si può incidere di più è nel governo delle città. Chi governa le città, non solo governa la propria città facendo un servizio alla propria comunità e contribuendo alla crescita della città, ma in realtà contribuisce ad un governo della società più in generale”.
UN’AMMINISTRAZIONE “SOCIAL” CHE NON PERDE IL VIZIO DI GUARDARTI IN FACCIA
Quanto sono importanti i social e quanto incidono sul modo di lavorare di una amministrazione comunale? Russo non ha dubbi, ma chiarisce subito un’importante distinzione: “Non amo raccontare la mia vita privata sui social – racconta -, ma diverso è il ruolo dei social nella vita politica, e da questo punto di vista hanno sicuramente un ruolo importante. Che però non può e non deve mai sostituire il contatto con le persone, anche e soprattutto in una città non così grande come Savona.
Da Russo, quindi, non aspettatevi selfie e storie su Instagram. L’avvocato savonese guarda alla sua futura amministrazione come a un concentrato di modernità che tuttavia non intende minimamente rinunciare al rapporto diretto con i cittadini. Soprattutto oggi, da quando, vaccini e varianti permettendo, stiamo andando verso la ri-conquista di una nuova libertà.
TRE PAROLE D’ORDINE…
Una città pulita. È questo che sembrano chiedere a gran voce tantissimi cittadini savonesi. Negli ultimi anni in molti hanno puntato il dito contro il problema dei rifiuti che deturpano l’immagine della città. Le istanze, spesso catapultate sui social, non parlano solo di un fattore che incide negativamente sull’immagine di Savona. Il problema è ancora più grave soprattutto quando si inizia a pensare alle ripercussioni sull’igiene di strade e quartieri in generale.
Abbiamo provato a stuzzicare Russo su questo argomento molto sentito: “Restituire ai savonesi una città pulita e decorosa è una passaggio cruciale – spiega -. È una questione che interessa la vita delle persone, perché non si può vivere in un posto degradato, anche per un elemento di dignità della convivenza civil. Ma è anche uno snodo cruciale dell’attrattività della città, dal punto di vista turistico, ma anche economico. Si attraggono investimenti se la città è vivibile”.
Certo. Tutto condivisibile. Ma noi vogliamo sapere da Russo come – concretamente – intende ripulire le aree più critiche della città dalla rumenta. E il candidato sindaco savonese ci risponde così: “Dovremo immediatamente dedicare a questo problema le risorse disponibili del bilancio e che possono essere destinate a questo – chiarisce -. Inoltre, dobbiamo istituire una equipe di monitoraggio e di controllo per elevare la qualità della città in tutte le sue parti. Esiste un problema di decoro del centro, ma esiste soprattutto un problema di decoro dei quartieri, che sono abbandonati”.
… ANZI, CINQUE
Comunità, cultura, sviluppo, quartieri e città strategica. Sono cinque (a dire il vero sei, ma nella mano ce ne stanno solo cinque) le parole chiave dell’agenda di Russo.
“Io capisco che sotto elezioni si vogliano risposte puntuali e le daremo – afferma Russo -. Ma dobbiamo restituire alla città e alla politica una capacità di visione, di progetto. Se improvvisiamo delle visioni appiccicate lì, Savona resterà come è oggi, quindi al palo. Noi dobbiamo darci un progetto”.
Tutti slogan? Secondo Russo c’è di più: “L’agenda – racconta -, che non è ancora il programma elettorale, si compone di 74 slide dove affrontiamo e articoliamo tutto. Quando noi affrontiamo il tema dello sviluppo, per esempio, c’è il tema del lavoro che ci assilla, e proponiamo una chiave di lettura per dire che la società di Savona non potrà più avere una vocazione unica come ha avuto con quella industriale, perché non potrà essere una città turistica e basta, portuale e basta, universitaria e basta”.
SAVONA COME UN’ORCHESTRA: LA SINERGIA È IL SEGRETO
Per Russo è importantissimo dare alla città di Savona un progetto e una prospettiva. Sono due parole che tornano continuamente nel corso di tutta la chiacchierata nel podcast. Secondo Russo la città non si è ancora resa conto dei suoi potenziali. Di più. In alcuni casi non solo non li ha visti come dei potenziali, ma quasi li ha percepiti come un corpo estraneo nell’occhio piuttosto che (come nel caso del porto) dei vicini “rompi scatole”.
UN’OSPEDALE DA RIPORTARE AL CENTRO
Per l’avvocato savonese l’ospedale San Paolo è importante per due motivi: perché deve tornare ad essere un elemento identità della città e perché rappresenta un punto importante, anche per il lavoro, e non solo per la sua naturale funzione di cura delle persone.
“Dobbiamo sentire l’ospedale come parte della nostra città – è l’’impegno di Russo – e deve sviluppare anche il ruolo che gli spetta, essendo l’ospedale capoluogo di provincia, essendo un’area vasta, che serve un bacino vasto, deve essere dotato di strutture adeguate che gli consentano di svolgere il compito che gli è proprio”.
Ma per Russo sono altrettanto importanti le politiche territoriali: “Oggi mancano completamente, non solo perché l’ospedale deve essere alleggerito da una pressione che può evitare, ma anche perché abbiamo bisogno di avvicinare i servizi ai cittadini”.
E come futuro sindaco di Savona l’avvocato si vede in prima linea a far sentire la propria voce nelle sedi opportune, a prescindere dal colore politico: “L’amministrazione deve assumere un impegno molto forte di interlocuzione. Il sindaco deve saper svolgere un ruolo molto forte e chiaro politicamente. Al di là del colore politico bisogna dialogare. Il sindaco deve saper svolgere un ruolo interpretando un ruolo di un distretto che coinvolge altri Comuni. Savona deve recuperare una sua dimensione comprensoriale, come ospedale del capoluogo di provincia. Purtroppo in questi anni le azioni politiche hanno indebolito il San Paolo. Che spesso viene messo ai margini e che invece oggi deve essere riportato al centro”.
IL PORTO E L’ASSESSORATO IN CAPO AL SINDACO
“Tra città è porto c’è una ‘Indifferenza conflittuale’. Oggi chi vive in città si rende conto che non considera il porto come un elemento di forza della propria città e la città ha sviluppato un rapporto con il suo porto con indifferenza. Ma anche conflittuale, perché ci si dà fastidio, come se ci dessimo la schiena per farci spazio l’uno con l’altro. È una cosa inaccettabile. Una città come Savona che ha nel porto un punto molto importante tutto questo non può succedere. Quindi basta darsi la schiena, dobbiamo girarci e guardarci in faccia (porto e città). Stringiamo un’alleanza. È riduttivo dire che ci sarà un assessore al porto, perché diventerà un elemento strategico in capo al sindaco”.
Eccolo lì il Russo decisionista. Con buona pace dell’attuale sindaco di Vado Ligure Monica Giuliano. La quale sembra essere in prima linea per aggiudicarsi quell’assessorato in caso di vittoria del competitor numero uno di Russo, il dottor Angelo Schirru. E a proposito di Schirru…
“CARO ANGELO, QUELLA CHE HAI SCELTO NON È MICA CASA TUA… “
Russo e Schirru sono tue tizi pacati. Non vi è dubbio. Uno avvocato, l’altro chirurgo. Uno sta più simpatico a “sinistra”, l’altro piace di più alla “destra”.
Eppure a Russo qualcosa non torna: “Schirru è un chirurgo molto importante e molto preparato – racconta -. Tuttavia mi ha stupito la scelta che ha compiuto, non mi sembrava nelle sue corde. Mi ha sorpreso il fatto che alla fine abbia accettato di rivestire questo ruolo nonostante una storia personale che, quanto meno in ambito politico, non sembra appartenergli”.
In poche parole Russo non ce lo vede proprio il dottor Schirru a fare il candidato sindaco (anche) in una lista dove sono presenti Lega e Fratelli d’Italia: “Da quello che lo conosco non mi sembra casa sua e anche se viene definito un candidato civico è chiaramente espressione di partiti. Il centro-destra ha scelto la coalizione del centro-destra, dove l’elemento fondante è quello della Lega e di Fratelli d’Italia, che, non senza fatica, hanno trovato un candidato che li mettesse d’accordo. Alla fine Schirru si ritrova a fare il candidato scelto dai partiti per rappresentare una coalizione”.
È TUTTA COLPA DI ILARIA?
No. Per Russo, che sicuramente boccia sonoramente l’operato dell’amministrazione uscente, la colpa del fallimento dell’ultimo quinquennio amministrativo non è unicamente imputabile al sindaco uscente Ilaria Caprioglio.
Anzi, per certi aspetti la promuove anche: “Questa amministrazione ha affrontato il piano di riequilibrio del bilancio e lo ha fatto con molta serietà”. Ma le carezze di Russo finiscono qui: “Ma non basta questo – puntualizza l’avvocato -. Perché questa amministrazione ha perseguito una politica di rigore superiore alla effettive necessità del piano di riequilibrio. Lo dice la Corte dei Conti. Savona è una città in ginocchio dove il decoro, le strade e non solo, l’azzeramento dei finanziamenti per i servizi sociali, per la cultura e per lo sport sono evidenti. Questo significa piegare la città in modo eccessiva. Un progetto di città è mancato. Quando non si ha una idea di città e prospettiva nel medio-lungo periodo si improvvisano delle azioni”.
Ed ecco la massima finale di Russo: “Il giudizio che io do di questa amministrazione non può essere attribuito al sindaco uscente. Quindi non basta cambiare il sindaco per dire che i problemi li abbiamo risolti. I risultati dipendono da una maggioranza che si è rivelata inadeguata e lacerata”.
E allora, per Russo, qual è la ricetta vincente?
UN SINDACO LIBERO, MAI IN OSTAGGIO DEI GIOCHI DI PALAZZO
Nel corso della chiacchierata, Russo ci dà ad intendere che Schirru, in caso di elezione a sindaco, prima o poi dovrà fare i conti con i suoi alleati. Con i partiti, in particolare. A quel punto, però, non possiamo non fargli notare che lui stesso può contare sull’importante sostegno del Partito Democratico savonese. Un partito, appunto. Uno dei più influenti.
La risposta di Russo alla nostra provocazione? Eccola: “Non temo le leve dei partiti – precisa -, anche perché è cruciale il modo in cui si è generata questa aggregazione politica, che riduce al massimo le tensioni politiche che non siano legate ad una discussione giusta. Questa è una innovazione assoluta nella politica savonese. È una politica che si mette in moto, che inverte i propri riti”.
Sì, ma non ha paura dei ricatti dei partiti?
“Il mio sforzo, da un anno a questa parte, è proprio stato quello di costruire le premesse perché questo non accada. Senza porre condizioni di posti, collocazioni, ecc. Chi ha voluto aggregarsi a questo progetto civico lo ha fatto in modo spontaneo. Io sono certo che le discussioni avverranno senza ricatti e tutto sarà finalizzato al raggiungimento degli obiettivi che oggi si trovano nell’agenda”.
Ed è questa, forse, la promessa più importante che Russo vuole fare ai cittadini savonesi. Il fatto di voler essere un sindaco di tutti, sì. Ma soprattutto un sindaco libero. Tra qualche mese la parola passerà agli elettori. Solo allora sapremo se l’avvocato sarà riuscito a convincere “il giudice” più difficile da persuadere.
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