Liguria. “La notizia di oggi conferma ciò che io e il mio partito sosteniamo da sempre: il reddito di cittadinanza è una forma di assistenzialismo fine a sé stessa che favorisce i cosiddetti ‘furbetti’, il lavoro nero, che ha risolto la vita solo ai navigator e che va abolito immediatamente”. L’assessore regionale al lavoro e alle politiche attive dell’occupazione di Fratelli d’Italia Gianni Berrino commenta il fatto di cronaca avvenuto a Genova dove oggi la Guardia di Finanza ha scoperto oltre 1.500 persone che percepivano il sussidio senza i requisiti necessari provocando un danno all’Inps per circa 3,5 milioni di euro.
“Mi complimento con la GdF per l’ottimo lavoro: i nostri uffici sono sempre lieti di collaborare per quanto di competenza per ogni informazione – prosegue Berrino – Si tratta di un danno che, se non scoperto, avrebbe potuto essere ben più oneroso per le casse dell’Inps che fatica già a pagare le pensioni a tutti coloro che ne hanno legittimamente diritto. Il rdc va sostituito con un sussidio per chi, inabile al lavoro, vive in povertà: non può invece continuare ad essere una misura che supporta chi il lavoro lo rifiuta”.
“Fratelli d’Italia è l’unico partito che si sta muovendo per l’abolizione del reddito di cittadinanza: peccato però che i partiti al Governo abbiano votato in Parlamento contro il suo ordine del giorno che ne chiedeva appunto l’eliminazione”, conclude Berrino.
Il capogruppo regionale della Lega Stefano Mai aggiunge: “Speriamo che a Genova non ci sia un’organizzazione criminale specializzata in truffe ai danni dello Stato. E’ gravissimo che 1500 stranieri abbiano percepito indebitamente il reddito di cittadinanza, come emerso dall’inchiesta della Guardia di Finanza riportata oggi dagli organi di stampa. Auspichiamo che la Procura di Genova faccia chiarezza sulla vicenda e in particolare sulle eventuali connivenze e possibili appoggi forniti ai presunti ‘furbetti'”.
“Secondo quanto riferito dai media, è infatti emerso che molti tra questi, privi dei requisiti quali la residenza e il soggiorno sul territorio nazionale per dieci anni, di cui gli ultimi due continuativi, si siano rivolti ai Caf e abbiano potuto presentare ugualmente la domanda. Inoltre, anziché acquistare beni di prima necessità, avrebbero monetizzato l’importo della ‘Card’ grazie alla compiacenza di alcuni commercianti del centro storico genovese. Ora bisognerà recuperare i 3.458.736 euro che per gli investigatori sono stati indebitamente percepiti e che, senza l’indagine della Guardia di Finanza, nell’intero periodo di erogazione (18 mesi) sarebbero lievitati a 11.881.339 euro”.