Cerimonia semplice ma molto sentita quella che si è svolta nel tardo pomeriggio di oggi in località Fontanassa per intitolare l’impianto polisportivo a Giulio Ottolia. Numerose le istituzioni del mondo politico e sportivo presenti.
Marco Mura, organizzatore e promotore dei memorial dedicati a Ottolia, ai quali hanno preso parte big dell’atletica, sottolinea: “È davvero un piacere dedicare a Giulio Ottolia un impianto che negli ultimi anni è diventato un punto di riferimento e che ha visto Jacobs ottenere il record italiano sui 100 metri“.
Poi, la parola è passata al sindaco di Savona Ilaria Caprioglio, che ha definito un “miracolo” quanto organizzato presso l’impianto negli ultimi anni. “Ricordo bene Giulio Ottolia – prosegue Caprioglio – perché mi ha allenato. Trattava tutti i suoi atleti come se fossero figli. Sono felice che la targa in suo ricordo venga scoperta durante il mio mandato”.
Presente anche l’assessore regionale Simona Ferro: “Sono felice – commenta – di vedere un’amministrazione comunale sensibile nei confronti dello sport e sensibile nei confronti di chi amava lo sport come Giulio Ottolia. Dopo un anno e mezzo di sofferenza anche per gli sportivi, è bello vivere questi momenti. Lo sport è importante in Liguria, anche perché il mare permette di poter praticare una gamma di discipline davvero ampia. Un grande grazie a Marco Mura per tutto quello che fa”.
L’assessore alla sport Maurizio Scaramuzza sottolinea il grande lavoro portato avanti in questi anni: “Siam partiti con Marco Mura cinque anni fa. Allora c’era di fatto soltanto la pista di atletica. Abbiamo lavorato per un sogno. La cosa più bella è che ora in Europa e nel mondo si parlerà di Giulio Ottolia”.
Infine, parola al figlio Davide Ottolia: “Mio padre era una persona semplice e con sani principi sportivi. Allenava chiunque avesse voglia di cimentarsi nello sport, indipendentemente da quanto fosse dotato. L’atletica era per lui una sfida personale. Il suo insegnamento può essere riassunto in questa frase: ‘fare tutto ciò che si può nei propri limiti’. Non tutti possono ambire alle Olimpiadi ma non devono per questo rinunciare allo sport”.





