Londra. “Notti magiche, inseguendo un gol, sotto il cielo di un’estate italiana”: non serve aggiungere altro per descrivere il cammino europeo dei nostri azzurri, un gruppo unito e coeso che sta dimostrando non soltanto di potersela giocare con chiunque, ma anche di avere una propria identità ben definita ed uno spirito di sacrificio difficilmente raggiungibile. È in questo modo che la nazionale di Roberto Mancini ha ufficialmente concesso di sognare ad un popolo intero, tutti uniti sotto un’unica bandiera, tutti insieme per un’impresa che, qualora riuscisse ad essere realizzata, risulterebbe come davvero storica.
Durante i primi mesi della pandemia e all’inizio di quest’anno più volte siamo arrivati a chiederci cosa potesse realmente unire la popolazione, una schiera di persone riuscite sempre, per un pretesto o per un altro, a trovare un motivo di discordia. Le misure anti-Covid, la politica, il come affrontare personalmente la pandemia, tanti sono stati i motivi di dispute e dissapori. Anche guardandoci indietro però potremmo renderci conto di come anche durante il primo lockdown soltanto una cosa riuscì a farci realmente avvicinare: il nostro inno, il tricolore esposto fuori dai balconi, la voglia di ripartenza e di non mollare di fronte ad un nemico invisibile che, grazie ai vaccini, sta finalmente trovando del reale filo da torcere.
Ripensando a ciò risulta maggiormente comprensibile il motivo per il quale sia nuovamente esploso un incondizionato amore per la nostra nazionale, una squadra capace di vincere e convincere portando con sé la voglia di rivalsa dopo un periodo davvero terribile per il movimento calcistico italiano, culminato con la non qualificazione alla fase finale del Mondiale di Russia 2018.
Tanta fatica e qualche scelta criticata, ma soprattutto la creazione delle basi per la formazione di un gruppo coeso: sono stati questi i semi piantati da Mancini, giocatori spaesati dai quali è germogliata una spedizione azzurra che ha permesso nuovamente agli italiani di essere orgogliosi, di vincere e di esultare per la propria selezione. Adesso però arriverà il difficile: la final four di Londra a Wembley infatti sicuramente spaventa nascondendo diverse insidie. A questo andranno aggiunte l’assenza del fenomenale Spinazzola e il momento non brillante che sta attraversando Ciro Immobile, anch’esso finito nell’occhio del ciclone successivamente alle prestazioni opache contro Austria e Belgio.
Il gruppo però fa la differenza dentro e fuori dal campo, una constatazione perfetta anche per rievocare gli entusiasti festeggiamenti andati in scena venerdì sera successivamente alla vittoria contro il Belgio, un match incredibile che alla fine ha permesso al nostro undici di approdare in semifinale. Domani sera contro la Spagna andrà in scena un grande classico, una partita dalla difficile lettura che vedrà i maestri del tiki-taka affrontare coloro i quali con il proprio fraseggio stanno tentando sempre di imporre la propria filosofia.
Sarà una gara che verrà decisa dai dettagli, grinta e determinazione saranno fondamentali per poter approdare a quella tanto ambita quanto agognata finale dell’11 luglio. In tutto ciò si sposano a meraviglia lo spirito di adattamento e sacrificio con la voglia di essere protagonisti: come la nazionale così Savona, città letteralmente esplosa dopo la vittoria degli azzurri contro Lukaku e compagni.
All’ombra della Torretta nessuno vorrebbe che le notti magiche finissero, questo con tantissimi ragazzi i quali si nota quanta voglia abbiano di aggregarsi lasciando alle spalle i mesi della didattica a distanza e della poca libertà di vivere “da ribelli” la propria adolescenza. La generazione Z, così in nazionale come a Savona ed in Italia, sta davvero sentendo il bisogno di prendersi la scena.
Forse è anche per questo che i giovani hanno ritrovato una grandissima voglia di vivere azzurro, ciò stringendosi forte e volendosi tanto bene. Domani a quest’ora sapremo quale destino attenderà la nostra nazionale: ritorno a Roma oppure prosieguo del sogno, l’unica certezza è che sbagliare non sarà concesso.
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