Liguria. “Per mesi ci siamo battuti per creare un tavolo permanente sulla cultura in Liguria. Un modo per dare a chi lavora nel mondo dello spettacolo e della cultura – dagli artisti ai tecnici – un dialogo strutturato con le istituzioni” spiegano i consiglieri Candia (Lista Sansa), Pastorino (Linea Condivisa) e Rossetti (PD). La Regione Liguria dopo aver ascoltato oggi per l’ennesima volta le istanze dei lavoratori e delle lavoratrici della Slc-Cgil ha fatto capire chiaramente di non volerlo.
“La Giunta preferisce tenere il settore diviso, debole, per poi dare fondi a pioggia – ogni volta pochi spiccioli – e tenersi buone singole realtà, sempre sotto ricatto perché il rischio è quello di non lavorare più” afferma la consigliera regionale Selena Candia.
Aggiunge il consigliere Rossetti: “Non stupisce la chiusura al dialogo con le parti sociali e con questo mondo. I finanziamenti a pioggia e l’attenzione al consenso impedisce una forte programmazione con un’ ottica di sistema. La cultura diventa così solo eventi e manifestazioni”.
“La pandemia ha causato ingenti danni a questo settore. Con la chiusura di musei, sale teatrali e da concerto un intero settore si è ritrovato senza lavoro. Ci sarebbe stato molto da fare, in un ambito così importante che già da prima era costretto a barcamenarsi tra il lavoro in nero e contratti con paghe da fame. Ma ha avuto da subito la capacità e la fantasia per trovare delle soluzioni reinventandosi”.
“Avere un canale stabile con le istituzioni era essenziale, per mettere in rete le istituzioni, i principali rappresentanti del settore culturale ligure. I lavoratori e le lavoratrice dello spettacolo chiedono di modificare la legge regionale n.34 del 31 ottobre 2006 sugli spettacoli dal vivo introducendo criteri quantitativi e qualitativi oggettivi per i finanziamenti del settore; incrementare i fondi sul bilancio triennale per la cultura; definire delle linee guida sulle politiche culturali; istituire un Osservatorio dello Spettacolo dal Vivo, interno all’amministrazione pubblica, che articoli sistemi di sostegno, verifichi e controlli del rispetto della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo; mappare gli spazi disponibili in tutto il territorio ligure per favorire le produzioni degli artisti emergenti”.
“Nonostante l’importante lavoro fatto insieme come opposizioni la giunta vuole continuare ad avere le mani libere. Eppure il tavolo richiesto dalle lavoratrici e lavoratori avrebbe garantito maggiori conoscenze , spunti di elaborazione e il tentativo di vedere il mondo della cultura e dello spettacolo in maniera unitaria e non frammentaria” conclude il consigliere regionale Pastorino.
L’opposizione unanime ha proposto un ordine del giorno a seguito dell’audizione di oggi per aprire un dialogo con la Regione: “Le nostre richieste però sono cadute nel vuoto”.
“Regione Liguria ha mantenuto l’impegno di sostenere i lavoratori autonomi dello spettacolo con un supporto di mille euro a persona con un bando del fondo sociale europeo proprio perché lo ha riconosciuto come uno dei settori più colpiti. Nell’audizione odierna è stato ribadito che, avendo consapevolezza delle difficoltà in cui versano tutti i lavoratori autonomi di questo comparto dopo i mesi di stop, valuterà in autunno, passato l’assestamento del bilancio e considerate le esigenze dei vari settori, se prevedere una nuova edizione del sostegno a questa categoria già attenzionata anche dalle misure governative” ha risposto l’assessore alla Cultura e allo Spettacolo di Regione Liguria Ilaria Cavo.
“Quanto alle dichiarazioni della Cgil – aggiunge Ilaria Cavo – non è questo assessorato che si è sottratto dal tavolo, ma è stata proprio la Cgil a non sottoscrivere in sede confederale per ragioni mai comprese e legate alla categoria, l’accordo relativo a quel bando richiesto allora e per il quale comprensibilmente si auspica una riedizione”.
“Da parte di Regione dunque c’è piena disponibilità a un confronto con tutti per il bene dell’intero comparto dello spettacolo che comprende lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti dei teatri pubblici (Carlo Felice e Teatro Nazionale) per i quali ho rivendicato la scelta di avere garantito, da parte degli enti fondatori, di offrire un sostegno che evitasse un ricorso alla cassa integrazione”.
“Per quanto riguarda infine il Coordinamento della Commissione Cultura delle Regioni faccio presente che c’è stato uno stimolo costruttivo nei confronti del Ministero della Cultura per il Dl delega spettacolo che riconoscerà strumenti di sostegno ai lavoratori dello spettacolo e il SET (Sostegno Economico Temporaneo) per le interruzioni di lavoro proprio dei lavoratori autonomi. A questo Dl proprio la Commissione Cultura ha già dato un parere favorevole” conclude.