Savona. “La pandemia ha lasciato importanti strascichi psicologici nei savonesi e ha aggiunto un carico da novanta su molte altre situazioni di ansia, stress e difficoltà personali, al punto che ben due su tre (67%) guardano oltre e pensano che potrebbe essere utile rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta per migliorare la condizione mentale e gestire certe situazioni complesse”.
A evidenziarlo è l’ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua sul welfare, che ha raccolto i dati su un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, genere ed area geografica.
“È l’ansia la prima ragione che porterebbe gli abitanti di Savona dallo psicologo (20%), condizione in questo momento prioritaria rispetto a tutto il resto – spiegano dall’osservatorio -. Ci sono poi le dinamiche legate all’attività lavorativa (14%), gli aspetti caratteriali e della personalità (12%) e i problemi di coppia (12%). Ma non è facile riconoscere di avere un bisogno di questo tipo, né lo è parlare di sé e aprirsi su certi argomenti: per molti, insomma, lo psicologo resta ancora un tabù. Questione, ammettono gli stessi savonesi, di imbarazzo (41%) ma anche di poca sensibilità al tema (16%) e una certa tendenza a sottovalutare l’importanza della sfera mentale nella propria vita (14%)”.
Con l’aumentare dei bisogni, però, cresce anche la sensibilità a questi temi: “Ben uno su tre (33%) vorrebbe che fosse il datore di lavoro a mettere a disposizione lo psicologo come forma di welfare aziendale. Se è necessario un cambio culturale (31%) che aumenti ancora di più l’attenzione verso gli aspetti della vita mentale, molti vorrebbero anche una maggiore presenza di psicologi e psicoterapeuti in ospedali, cliniche e ambulatori (20%)” rivela la ricerca.
E c’è chi pensa che persino la tecnologia possa aiutare a superare certe barriere e incentivare il ricorso a questi professionisti grazie ai “servizi di videoconsulto (12%), che si possono fare comodamente da remoto. La relazione che si instaura col professionista è il fattore più importante (47%), segue la possibilità di contenere i costi della prestazione (16%) e di ridurre i tempi di attesa (12%)”.
“La crescente attenzione al benessere mentale è un aspetto molto importante per la vita privata, sociale e lavorativa di ciascuno, e un trend probabilmente destinato ad aumentare ancora nel prossimo futuro” conclude Michele Quaglia, direttore commerciale e brand di gruppo.