Andora. Il dramma del tentato omicidio ai suoi danni ad opera di un compagno che le ha dato fuoco. Poi la gogna sui social dei parenti dell’uomo, perito nell’incendio da lui stesso appiccato, che la accusano ingiustamente di essere un’assassina. Eppure Valentina Pitzalis è riuscita a sopravvivere a tutto questo. Malgrado le mutilazioni fisiche e psicologiche è riuscita a diventare il simbolo della lotta al femminicidio e ieri sera è tornata a parlarne ad Andora nell’ambito del Festival AG noir che apre pagine dedicate al noir quotidiano e reale parallelamente agli incontri con gli autori.
Con lei la criminologa e psicologa Roberta Bruzzone che l’ha sostenuta e ha seguito il suo percorso che ha ricostruito insieme a Fabio Lombardi, giornalista di “Quarto Grado”.
Roberta Bruzzone è perentoria: “È stata una persecuzione – dice – Non vi è mai stato dubbio sulla dinamica dei fatti eppure attraverso i social è stata diffamata per anni, ingiuriata ogni volta che compariva in pubblico. Se avessimo proposto la sua vicenda come trama di un romanzo sarebbe stata giudicata poco credibile. Quell’uomo andava fermato prima. Era già risultato pericoloso per l’abuso di farmaci e ancor prima delatorio contro una precedente fidanzata”.
Ma dopo tanto orrore, Valentina ha dovuto e saputo lottare anche con il sostegno di medici, avvocati e di chi l’ha guidata fuori da questa vicenda. Roberta Bruzzone la sprona e protegge, si percepisce quanto sia legata a questa donna e alla sua vicenda che ben si sposa con il tema di quest’anno del Festival che è la vendetta, ma anche con quelle situazioni che lei ha ben descritto nel libro presentato proprio ad Andora anni fa “Io non ci sto più- Consigli pratici per riconoscere un manipolatore affettivo e liberarsene” dedicato alle vittime di manipolazione psicologica.
Una serata intensa, seguita con attenzione da una platea che ha dimostrato grande partecipazione e sostegno.
“Si chiude questa sera il Festival AG Noir dopo quattro serate da tutto esaurito che hanno regalato al pubblico incontri con importanti esponenti del genere letterario, del cinema, del giornalismo insieme a momenti di riflessione profonda grazie a donne coraggiose e determinate come Valentina Pitzalis che, sostenuta dalla stimata psicologa e criminologa Roberta Bruzzone, è divenuta simbolo della lotta contro il femminicidio – ha dichiarato il sindaco di Andora, Mauro Demichelis, ideatore del Festival con lo scrittore Andrea G Pinketts – Un pensiero affettuoso va a Mirella Marabese Pinketts che si è unita nel nostro ricordo al caro Andrea. Grazie al generale Luciano Garofano per il contributo dato a questa edizione e a Maurizio De Giovanni per aver presentato il nuovo romanzo al pubblico di Andora. Questa sera Maria Badalamenti, Fabio Lombardi e Paolo Di Giannantonio chiudono la ricca carrellata di ospiti. Tutti hanno dato lustro al Festival con i loro interventi. Li ringrazio sentitamente insieme alla direzione artistica di Christine Enrile”.
Di seguito il programma dell’ultima serata.
SABATO 10 LUGLIO VII EDIZIONE FESTIVAL AG NOIR
Anfiteatro dei Giardini di Palazzo Tagliaferro
Ore 21.00
La serata conclusiva del Festival, con la partecipazione di Alessandra Viero, giornalista e conduttrice della trasmissione televisiva “Quarto Grado”
Ore 21.15
NOIR LETTERARIO
Fabio Lombardi
Esordio letterario di Lombardi, giornalista milanese di “Quarto Grado”, “L’istinto dei Calamari” (Leone Editore) è un libro-denuncia sotto forma di romanzo, che racconta il fenomeno dei soldati bambini, ma anche di madri, di sofferenze, tradimenti e sacrifici.
Fabrizio Colucci
“Le scelte dei Grandi” (ed. Il Rio), è un passaggio fondamentale nell’esistenza di Giorgio Lamberti, un uomo cacciato dalla polizia, diventato investigatore e per sopravvivere costretto a sorvegliare mogli e mariti fedifraghi. All’improvviso, l rapimento di una ragazza a cui assiste casualmente, cambierà la posta in gioco.
Salvatore Gelsi e Roberto Rossetti
Scritto a quattro mani, “Un po’ d’odio” (ed. Il Rio) è un romanzo ambientato a Mantova, città tranquilla in cui la cronaca nera a poco lavoro. Almeno fino a quando un cadavere riemerge dalle acque del Po, spalancando le porte ad un realtà perversa e viziosa.
A seguire
NOIR QUOTIDIANO
“La vendetta come codice d’onore”
Maria Badalamenti
Autrice di “Sono nata Badalamenti”, libro autobiografico in cui ripercorre la vita di suo padre Silvio, ucciso dai corleonesi per vendicarsi di Don Tano, lo spietato boss di Cinisi. In Sicilia ci sono dei cognomi pesanti che evocano immediatamente mafia, malaffare e morte. Uno di questi cognomi è Badalamenti. Don Tano Badalamenti capo della cosca di Cinisi e mandante dell’omicidio di Peppino Impastato, è stato a capo della commissione di Cosa nostra dal 1974 al 1978, prima dell’ascesa al potere dei corleonesi di Totò Riina e Bernardo Provenzano. Legata alla figura di questo personaggio così ingombrante c’è quella del nipote, Silvio Badalamenti, direttore dell’esattoria di Marsala, ucciso a 38 anni mentre stava andando al lavoro, in un agguato di mafia avvenuto il 2 giugno del 1983 in via Mazzini. Ucciso perché portava il cognome sbagliato
Paolo Di Giannantonio
Giornalista di Rai1, ha seguito numerosi casi di criminalità e terrorismo. Conduttore del TG1 e del programma UNO Mattina.
Germana Zuffanti
Docente all’Università di Torino e giornalista della testata “ItaliaStar Magazine”
Ore 22.45
Proiezione cortometraggio dedicato a Peppino Impastato e chiusura Festival
