Regione. “Non si comprende per quale motivo sia stato avallato il via libera al vaccino Astrazeneca per le fasce sotto i 60 anni, e in particolare per le giovani donne, nonostante ci siano state chiare indicazioni in merito. Lo scorso 8 aprile, il Ministero della Salute raccomandava infatti ‘un uso preferenziale nelle persone con più di 60 anni’. Non solo: gli stessi vaccinatori hanno avuto modo di sottolineare il rischio trombosi del vaccino anglo-svedese nei soggetti tra i 20 e i 55 anni, specialmente nelle donne. L’Aifa, poi, lo scorso 26 maggio, ricordava che il vaccino anglo-svedese è raccomandato agli over 60. Perché allora in Liguria abbiamo consentito che agli Open Day aderissero indiscriminatamente i giovani, senza mettere dei paletti? Dopo il caso tragico della 32enne di Genova, purtroppo deceduta, oggi temiamo per la vita di una studentessa di appena 18 anni ricoverata per trombosi e ora in coma”. Lo dichiara il capogruppo regionale del M5S Fabio Tosi.
“Come recentemente spiegato anche da un gruppo di 24 medici genovesi, Astrazeneca ha un punto debole assente nei vaccini a Rna: può causare trombosi venosa associata a diminuzione delle piastrine. Questa gara assurda a chi vaccina di più con politiche francamente discutibili deve fermarsi: la Regione riveda urgentemente la strategia degli Open Day e lo stesso Commissario straordinario Figliuolo vi metta un freno: vaccinare celermente la popolazione sì, ma lo si faccia senza forzature e ascoltando la scienza. Questa non è una gara”.
“Conforta apprendere che, di fronte a un ragionevole dubbio, almeno ora i giovani e le loro famiglie si interrogano e frenano: ieri sono infatti arrivate oltre 600 disdette per il vaccino Astrazeneca. Non si liquidi il tutto come ‘psicosi’: la prudenza non è mai troppa. E non si liquidi il caso della giovane studentessa come ‘un caso ogni 100.000’. Quel ‘caso’ è una persona, una figlia, non un numero. Se non lo è si fatto prima, lo si faccia ora: Regione ascolti i 24 medici genovesi che avevano sconsigliato a Regione di avviare gli Open Day per i vaccini adenovirali”.
E sulla questione vaccini interviene anche il consigliere regionale del M5S Paolo Ugolini: “La comunicazione regionale non restituisce il vero quadro della campagna vaccinale ligure: a fronte di numeri apparentemente roboanti, persistono i disservizi per i cittadini fragili e ultra fragili che restano in lista di attesa senza aver chiarimenti su tempi e modalità di somministrazione. Benché sia stato risolto, ricordo il caso del 99enne di Vezzano Ligure (SP) che, insieme al figlio 68enne peraltro malato grave, ha aderito alla campagna vaccinale a domicilio. Bene che dopo svariate segnalazioni all’Asl di competenza la situazione sia stata risolta, ma grave che quella famiglia abbia dovuto attendere più di tre mesi”.
“L’assessore competente, rispondendo alla nostra interrogazione in Aula, non ha compreso che non è il caso in sé a interessarci, bensì lo sono le reiterate criticità che ancora oggi rallentano la programmazione vaccinale a domicilio per le categorie fragili, per le quali la mancanza di informazioni crea ansia e aggiunge malessere a malessere”.