Val Bormida. Dopo tanti esercizi in perdita, la società, integralmente partecipata da Filse ed amministrata dal 2017 dall’avvocato Francesco Legario, approverà, il prossimo 12 luglio, il proprio bilancio, questa volta in attivo.
Parco Tecnologico Val Bormida, che ha quale mission aziendale quella di favorire, attraverso i propri dipendenti e gli immobili di cui è proprietaria, per un valore di circa otto milioni di euro, l’insediamento di nuove realtà produttive in Valbormida ed in provincia di Savona ha vissuto, per diversi esercizi, sostanziali problematiche funzionali ed economico-finanziarie; si è passati da una perdita annuale di circa euro 680.000 (2013), agli euro 400.000,00 (2015-2016), a ridurre notevolmente le perdite, poi, da quando la guida societaria è passata in mano al noto legale Carcarese, arrivando ad euro 340.000 (2017), euro 233.000 (2018) ed euro 130.000 (2019).
Nel 2020 il bilancio sarà, come detto, in attivo: “Ricordo ancora quando Edoardo Rixi, che allora occupava il ruolo di assessore regionale allo Sviluppo Economico, e che ancora ringrazio per l’opportunità concessami, mi parlò – era il 2017 ndr – della possibilità di essere nominato a gestire la società – afferma Legario -. Accettai con entusiasmo visto che si sarebbe trattato di un ruolo che avrebbe potuto avere ricadute positive per il mio territorio ma, anche, visto l’impegno e la condizione societaria che avrei trovato, con un po’ di preoccupazione”.
“Sono veramente soddisfatto del risultato raggiunto, l’impegno è stato totalizzante ma, anche grazie ai mie collaboratori, quali Elena Bergero e Franco Cavallero, siamo riusciti a riportare la società in attivo. Grazie all’impegno di Regione, in particolare dell’assessore allo Sviluppo Economico Andrea Benveduti, che ha creduto fortemente, finanziandoli adeguatamente, nei bandi regionali collegati all’area di crisi complessa, siamo riusciti a presentare una serie di progetti di ricerca e sviluppo, in joint venture con società private, che hanno consentito di aumentare la redditività della società portando sviluppo ed assunzioni in valle”.
“Non bisogna dimenticare l’indispensabile apporto fornito dal presidente Toti che, sul Parco Tecnologico, ha sempre investito, non da ultimo un milione di euro per ristrutturare, così come è stato recentemente fatto, un capannone che consentirà nuovi insediamenti produttivi a Ferrania”.
“Il futuro appare altrettanto roseo: sono allo studio diverse nuove attività in partnership con soggetti esterni allo scopo di partecipare al nuovo bando su infrastrutture e ricerca” conclude Legario.
La società, partecipata indirettamente da Regione Liguria tramite Filse, già negli ultimi anni di gestione aveva progressivamente ridotto le perdite”Sviluppare la domanda di innovazione dei sistemi locali di impresa, fornire servizi a soggetti pubblici e privati e contribuire a sviluppare la competitività delle imprese. Con questi obiettivi il Parco Tecnologico Val Bormida ha visto la luce nel 2009, a seguito dell’accordo di programma (siglato da Ministero dello Sviluppo economico, Regione Liguria, Provincia di Savona, Comune di Cairo Montenotte, Ferrania Technologies Spa) per l’attuazione di interventi utili al rilancio e allo sviluppo della Val Bormida” racconta l’assessore regionale Benveduti.
“Una ‘quiete dopo la tempesta’ raggiunta grazie all’indispensabile lavoro dell’avvocato Francesco Legario, che, insieme al suo valido staff, ha risollevato pian piano le sorti della società che opera nei settori delle energie rinnovabili, del risparmio e dell’efficienza energetica, oltreché della chimica e dell’ambiente” aggiunge.
Poi conclude: “Come Regione, abbiamo contribuito con misure specifiche in progetti di ricerca e sviluppo, al rilancio di un’area, come quella della Val Bormida, che ha subito negli ultimi dieci anni la perdita di molti posti di lavoro per effetto della chiusura di grandi gruppi industriali. Lo stesso faremo in futuro, già con il bando che aprirà il prossimo 2 luglio e consentirà anche alle imprese di quest’area di accedere fino a un milione di euro di contributi a fondo perduto per progetti a sostegno delle infrastrutture di ricerca territoriali”.