Savona. “E’ una mossa inattesa quella messa in campo dall’amministrazione di Savona, tenendo conto che proprio ieri abbiamo contattato il Comune e la Prefettura per avere un appuntamento”.
A dirlo è Franco Zunino, presidente provinciale di Arci Savona in merito allo sgombero avviato questa mattina del campo nomadi della Fontanassa. “Non ci immaginavamo minimamente che questa mattina succedesse quello che è accaduto – riprende Zunino -. Io credo che sia una pagina buia e nera della Savona democratica del dopoguerra perchè il Comune di Savona era conosciuto per essere un Comune attento ai soggetti più fragili, deboli, con un servizio sociale tra i più avanzati in tutto il Paese”.
“In piena pandemia, pensare di buttare giù delle case, seppur abusive (sappiamo tra l’altro che gli sfratti sono fermi in tutta Italia), senza dare alternative a chi ci abita, e pensare di togliere l’acqua in estate con bambini e anziani è considerato un pugno di voti” prosegue il presidente di Arci.
Ciò che indigna ancor di più Zunino è che “gli alloggi non dovrebbero essere in fase di preparazione: da quello che abbiamo scoperto, alcuni alloggi avevano infissi rovinati e senza riscaldamento. Sicuramente sono cose che devono essere concordate, non bisogna limitarsi a dire ‘vedremo di allestire degli alloggi’, tra l’altro mi immagino in maniera temporanea, perchè giustamente si può andare a risiedere in un alloggio pubblico facendo un bando perchè c’è urgenza”.
“Infine, c’è un diritto fondamentale che hanno le persone rom: esiste una normativa europea che prevede che i Comuni debbano allestire dei campi per queste popolazioni. A questo punto faremo ricorso al Tar e una denuncia al tribunale dei diritti umani a livello europeo perchè penso che questo sia una lesione nei diritti delle comunità sinti”, conclude Zunino, che oggi avrà un incontro con il vescovo di Savona che ha dato la sua disponibilità per parlare della situazione.
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