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I commercianti di Loano sul piede di guerra: “No alla chiusura di corso Roma le sere d’estate: danni alle attività e disagi alla popolazione”

Promossa una raccolta firme già sottoscritta da 208 negozianti

Corso Roma Loano

Loano. No alla chiusura serale di corso Roma. E’ quanto chiedono, con forza, i 208 commercianti del centro di Loano che nelle scorse settimane hanno sottoscritto la petizione sul tema presentata all’amministrazione comunale del sindaco Luigi Pignocca.

Il Comune, in accordo con il comando della polizia locale, ha stabilito di interdire al traffico veicolare il lungomare loanese nei fine settimana di luglio (tutti i venerdì e sabato dalle 18 alle 2 del mattino dopo) e, in maniera continuativa, dal 6 al 22 agosto (negli stessi orari). Una misura che in passato veniva messa in atto regolarmente ogni estate ma che non era più stata realizzata da alcuni anni. Ciò anche a causa delle proteste dei commercianti della zona.

Ora, complice l’emergenza sanitaria, l’amministrazione comunale ha deciso di reintrodurre l’isola pedonale, scatenando nuovamente la reazione dei negozianti, i quali hanno dato vita ad una raccolta firme per dare maggiore concretezza alla contrarietà alla misura.

“Negli scorsi mesi – spiegano i promotori della petizione – i nostri rappresentanti di categoria hanno effettuato una sorta di ‘sondaggio’ per capire quanti di noi fossero favorevoli a questa decisione. La gran parte si è detta contraria alla decisione. Nonostante questo, l’amministrazione comunale ha deciso di procedere ugualmente con la chiusura di corso Roma. Onestamente non comprendiamo le ragioni di tale scelta, né quali benefici porterà (e soprattutto a chi)”.

Lo scetticismo dei commercianti si fonda su diverse motivazioni: “Innanzitutto, la chiusura del lungomare al traffico comporterebbe gravi disagi alla viabilità. Tutti noi vediamo cosa ha comportato l’istituzione del senso unico sul lungomare di Pietra Ligure: rallentamenti e code infinite sulla via Aurelia tra le due città. Chiudere corso Roma rischia di avere conseguenze simili. Corso Europa, la parallela a monte di corso Roma, si ritroverebbe ad essere l’unica alternativa all’Aurelia e quindi a dover sostenere tutto il traffico, con ovvie conseguenze per la sicurezza di mezzi e pedoni. Senza contare il problema dei parcheggi. Tantissimi (specie chi abita in zona, siano essi residenti o villeggianti) parcheggiano in passeggiata auto e scooter: costringerli a spostare i loro mezzi per permettere la chiusura della strada comporterebbe gravi disagi. Che nel mese di agosto sarebbero ancora più gravi nella serata/nottata di giovedì, quando anche la zona di via delle Caselle e piazza Valerga viene sgomberata per permettere lo svolgimento del mercato settimanale del venerdì”.

Ma i disagi maggiori riguardano ovviamente le attività commerciali della zona: “Istituendo l’isola pedonale – aggiungono ancora i promotori della raccolta firme – la maggior parte delle persone si riverserebbe sul lungomare. Il centro (da piazza Massena a via Boragine e corso Europa a monte) resterebbe deserto, con ovvie conseguenze negative sugli ‘affari’ degli esercizi situati in quella parte della città. Senza contare che l’accesso a corso Roma sarebbe vietato anche per i mezzi dei fornitori: determinate attività hanno bisogno di un costante apporto di prodotti e merci e impedire il transito ai camion e ai furgoni sarebbe un danno non da poco”.

C’è poi un altro aspetto, non secondario: “La passeggiata a mare è già piuttosto ampia e permette comodamente il transito di migliaia di pedoni. Questo nonostante la presenza di generosi dehors aggiuntivi concessi alle attività che si affacciano su quel tratto di strada. C’è davvero bisogno di chiudere la strada e consentire il passaggio delle persone a piedi anche sul corso? E che cosa succederà ai dehors dei locali? Potranno allargarsi ulteriormente anche sulla carreggiata? Se così fosse, ci sarebbe una disparità di trattamento nei confronti dei locali dell’interno non accettabile”.

Il 23 giugno scorso le 208 firme (che secondo gli organizzatori rappresentano l’80 per cento del totale dei commercianti del centro, senza contare gli stabilimenti balneari) sono state protocollate in Comune: “A distanza di quasi una settimana – commentano amaramente i promotori dell’iniziativa – dall’amministrazione non ci è arrivato alcun riscontro. E’ un peccato che nessuno finora abbia ritenuto opportuno chiamarci per approfondire le nostre motivazioni. Noi siamo disponibili al dialogo e al confronto, ma auspichiamo che la nostra esigenza, che poi si traduce in un’esigenza del paese, venga presa in seria considerazione e che si giunga a decidere di non chiudere corso Roma nelle sere d’estate”.