Savona. Lunghi mesi di chiusure – strade deserte, spiagge abbandonate, Darsena vuota, centro città irriconoscibile – ci avevano forse fatto dimenticare quanto fosse bella Savona. Per questo oggi, ora che siamo ripartiti, vorremmo dedicarle questa cartolina di speranza, lasciando da parte politica e polemiche (ci sarà consentito solo il minimo sindacale quando proprio è necessario).
Dobbiamo prima chiedere scusa, se parliamo del capoluogo, a tutte le altre località della provincia che lo meriterebbero per i loro luoghi incantati. Viaggiando da levante a ponente, ecco allora che si può partire dagli scogli bianchi e neri dei Piani d’Invrea per arrivare ai gruppi di case arroccate nell’entroterra, e fra tutti ci piace citare il borgo di Colla Micheri.
Savona, dicevamo. Partenza d’obbligo dalla Darsena, che l’assenza del coprifuoco ha restituito all’antico splendore. Se fosse possibile avere immagini da un drone, vedremo formichine fare aperitivo dalle parti dei treuggi (per i foresti i lavatoi), pranzo e cena dovunque, a cominciare da piazza d’Alaggio, con l’unico rimpianto di avere lì di fronte quel palco ormai inutile (o inutilizzato) che aveva vissuto spettacoli prima mai visti a Savona.
“Vengono ancora in tanti, soprattutto dal Piemonte, ricordando di averlo fatto la prima volta per ascoltare i concerti di Annalisa, Riccardo Fogli, Roberto Vecchioni, Umberto Tozzi e tanti altri”, sottolinea Lele Bellando del Club Nautico. Per tutti questi grandi artisti ricordiamo una canzone: “Non restare chiuso qui, pensiero, riempiti di sole e vai, nel cielo”. L’ultima volta l’hanno cantata Riccardo Fogli in un inedito tandem da pelle d’oca con Marco Dottore, tre minuti che valevano da soli tutta la notte.
Poi le spiagge di Savona. Il mare si infrange dolce e piatto su quella delle Fornaci, da poco ancora una volta insignita della Bandiera Blu che nessuno ha ricordato neppure con un’alzabandierina piccolo piccolo e a costo zero (pazienza). Pazienza anche se, mentre Renzo Piano illustra la grandeur del nuovo fronte mare genovese, noi dobbiamo accontentarci del cosiddetto restyling di via Nizza, con lo spostamento lato monte del cantiere, di fronte a bar ed esercizi commerciali, proprio nei giorni in cui si avvia la stagione balneare e la fame di parcheggi si fa sentire in tutta la sua gravità. Qualcuno ricorda anche quei Ferragosto luccicanti allo Scaletto dei pescatori, con migliaia di persone a cantare e ballare.
Ma Savona non è solo mare, essendo la provincia più boscosa d’Italia (strano ma è così). Ecco allora il verde delle valli di Cadibona e Santuario, su fin verso Naso di gatto, o la chiesetta di Madonna degli Angeli sul Monte Ornato.
Torniamo in città per rendere omaggio al centro. Corso Italia e via Paleocapa con i loro bar, l’attivissima piazza Vacciuoli, il quadrilatero, il centro storico con via Pia, piazza Duomo e piazza Vescovado, vie e viette dove persino noi savonesi scopriamo qualche bar o ristorante nuovo aperto da coraggiosi e orgogliosi piccoli imprenditori rincorsi magari da tasse, burocrazia, multe.
Chiediamo scusa per tutto ciò che abbiamo dimenticato, dietro cui ci sono fatica e impegno, magari lutti, purtroppo fisici ma anche imprenditoriali: “Affittasi”, “Vendesi” sono cartelli di cui è piena la città.
Finiamo da dove siamo partiti: da questa cartolina di speranza per celebrare la bellezza e le bellezze di Savona, dell’impegno e della creatività dei savonesi, spesso contro tutto e contro tutti.