Decennale della morte

In ricordo di Aldo Ghidetti, ex direttore della biblioteca di Albenga: uomo di cultura fuori ordinanza

Liberale vero, rinunciò alla carriera e favori i giovani. Ospitò Curcio quando era esponente di destra

Biblioteca Albenga

Albenga. Quest’anno ricorrerà il decennale della morte di un uomo di cultura davvero molto speciale, fuori ordinanza, come lo definì Mario Soldati, quando gli parlai di lui. Laureato con il massimo dei voti in filosofia, Aldo Ghidetti fu per decine d’anni il direttore della Biblioteca civica di Albenga e fu animatore di tante iniziative culturali e giornalistiche a fianco del comune, indimenticabile amico Romano Strizioli, giornalista de “La Stampa “ e animatore, a fianco di Mario Berrino, del turismo alassino.

Era un uomo mite che non badava alle forme, al limite della trasandatezza. Un intellettuale che dedicava la sua vita allo studio e alla diffusione della cultura senza ambire a riconoscimenti. Nacque così spontaneamente la nostra amicizia per iniziativa di Strizioli che ci fece conoscere; ci si incontrava per strada, ambedue in bicicletta, e ci si fermava a parlare a volte per più di un’ora.

La prima volta che ci incontrammo, mi parlò subito del “Mondo” e di Mario Pannunzio con una rara competenza. Aveva sempre letto per diciotto anni consecutivi quel settimanale e aveva ricavato e nutrito da quelle pagine la sua cultura laica e liberale, anche se era uomo di immense letture che andavano ben oltre qualsiasi steccato politico e intellettuale. Dovette convivere per anni con un sindaco comunista di cui – dicono i maligni – preparasse i discorsi più importanti. Credo fosse una voce messa in giro per sminuire la figura di Angelo Viveri, un uomo e un sindaco di eccezionale statura sia nei momenti felici che in quelli tempestosi come lo fu sul fronte opposto Rosy Guarnieri.

Ghidetti era un uomo di cultura aperto in una età di settarismi e di intolleranze. Per questo motivo e per restare libero non aspirò, come avrebbe potuto, a scrivere su riviste importanti o a pubblicare libri di successo. Avrebbe potuto aspirare ad una cattedra universitaria senza problemi. Fu invece un monaco laico del sapere con cui era bello conversare perché la sua cultura era molto ampia ed era altrettanto approfondita. L’esatto opposto di troppi finti intellettuali odierni che esibiscono il nulla come fosse oro colato.

Era aperto ai giovani senza riserve. Cito un episodio che sicuramente avrà fatto discutere nel 1963 quando accadde. Il futuro capo delle Br Renato Curcio nei primi anni Sessanta era di estrema destra. Ghidetti gli concesse la sala conferenze della biblioteca civica per un incontro di “Giovane Europa”, associazione di estrema destra di cui Curcio era allora un esponente.

Non ricordo un esempio simile. Oggi farebbe scandalo ospitare Curcio sia in veste di ex brigatista sia in veste di giovane appartenente ad una destra radicale che andava molto oltre il MSI a cui, tre anni prima, era stato vietato il congresso in Liguria.

Ma la vera cultura, di cui Ghidetti fu un umile ma importante protagonista, è proprio quella che non teme lo scandalo del confronto anche con i nemici della democrazia. Fu un vero liberale, intendendo per liberale l’opposto di servile, come si diceva nella Spagna dell’800. La modestia della sua vita era inversamente proporzionale alla ricchezza del suo animo. Di uomini come lui ad Albenga o altrove non c’è più traccia. Ed è per questo motivo che Ghidetti va ricordato come un maestro senza cattedra che sapeva insegnare con l’esempio cos’è la vera cultura.

Più informazioni
leggi anche
pier franco quaglieni
Scomparsa di Aldo Ghidetti: il ricordo di Pier Franco Quaglieni
Albenga - veduta aerea
Il ricordo
Aldo Ghidetti, simbolo di un’Albenga colta e civile che in parte non c’è più