Valbormida. “Dallo scorso 30 ottobre 2020, giorno in cui venne spedita la richiesta di incontro a firma dei 19 sindaci, comitato e Cgil, Cisl e Uil Savona unitamente al documento con le proposte per un nuovo modello di Sanità, la Valbormida attende una risposta concreta dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti sui temi legati alla sanità territoriale e ai servizi chiusi dalla stessa Regione Liguria nel corso dei mesi scorsi (in primis il Punto di Primo intervento ed il potenziamento del 118)”. Lo affermano, in una nota, Cgil, Cisl e Uil Savona.
“Da oltre sei mesi più di 40mila abitanti, lavoratrici, lavoratori, sindaci, comitati e organizzazioni sindacali attendono risposte concrete – spiegano i sindacati -. Dopo le mirabolanti promosse in campagna elettorale sembra sia finito anche l’interesse della politica locale sui problemi della sanità, dell’ospedale di Cairo Montenotte ma più in generale sulle questioni che riguardano il tema del settore socio-sanitario della provincia di Savona (iter di privatizzazione degli ospedali di Cairo Montenotte e d Albenga, la chiusura del Punto Nascite di Pietra Ligure, i pochi pochissimi investimenti sull’ospedale S. Paolo di Savona e così via)”.
“La scellerata scelta di privatizzare i due ospedali di Cairo Montenotte ed Albenga (con un iter che dura ormai da oltre 5 anni) e gli effetti della gestione della pandemia hanno determinato la chiusura di moltissimi reparti e attività fondamentali in diversi ospedali del territorio (Punti di Primo intervento di Albenga e Cairo Montenotte, ostetricia, ginecologia e il Punto Nascite al Santa Corona di Pietra Ligure) facendo emergere la improcrastinabile necessità di ripensare al modello di sanità territoriale” proseguono ancora.
“Ripartendo dalla centralità della rete territoriale socio-sanitaria, che negli ultimi anni non ha avuto quello sviluppo e quell’attenzione più volte dichiarate, è fondamentale ripristinare un modello utile a filtrare le attività dell’ospedale e soprattutto a garantire una reale ed effettiva presa in carico delle persone più fragili, con patologie croniche e invalidanti e degli anziani, nonché ragionare sugli investimenti necessari per il futuro degli ospedali territoriali” continuano.
“C’è bisogno di più sanità pubblica e non il contrario. Invitiamo pertanto il presidente della Regione Liguria, nonché assessore alla sanità, a non evitare il confronto con i sindaci, i cittadini, le lavoratrici, i lavoratori del settore e le organizzazioni sindacali, bensì a discutere e ad intervenire quanto prima su ciò che non funziona – puntualizzano-. La pandemia non può continuare ad essere l’alibi per non discutere di nulla, mentre la gestione della sanità continua ad essere priva di strategia ma soprattutto senza idee”.
“Riteniamo fondamentale che si riprenda la discussione interrotta lo scorso 3 febbraio – nell’unico incontro che abbiamo fatto con regione Liguria, Alisa, Asl 2 – così come da impegni assunti dallo stesso presidente Toti. Occorre approfondire le proposte costruite dal sindacato confederale insieme al comitato e ai sindaci della Valbormida e, finalmente, trovare una risposta positiva in merito alla riattivazione del Punto di Primo intervento e sull’iter di privatizzazione che lo stesso governatore aveva detto essere deciso a rimettere in discussione” concludono i sindacalisti.