Visita "preziosa"

Viaggio all’interno dell’ex Banca d’Italia di Savona: l’edificio storico che si affaccia su Piazza Mameli fotogallery

Con una superficie complessiva di 3 mila metri quadri è acquistabile intero o a lotti

Savona. Fa un certo effetto entrare nell’immenso edificio che, ormai 13 anni fa, ha ospitato la filiale savonese della Banca d’Italia. Cinque mila metri quadrati di marmo, di parquet, di stanze e uffici vuoti con tapparelle che, si spera ancora per poco, impediscono alla luce del giorno di illuminare i corridoi.

Era il 2008 quando la succursale savonese di Bankitalia ha dovuto chiudere i battenti per via di una riorganizzazione territoriale dell’istituto finanziario, che ha costretto direttori, dipendenti, vigilanti, clienti a rivolgersi altrove. Ma oggi questo edificio di largo respiro ritorna a essere oggetto di nuovi progetti, di fantasie da colmare con l’acquisto di uno degli immobili più di valore di Savona.

Sottoposto a vincolo storico-artistico, l’edificio è stato costruito in una prima versione nel 1870 nel cuore della città, crocevia di Piazza Mameli, via Niella, via Montenotte e via Astengo. Con una formazione a U, la struttura si sviluppa tra il corpo principale e più antico – 4 piani fuori terra e un piano seminterrato – e due ali laterali, edificate nel 1952, che comprendono un piano seminterrato e tre piani sovrastanti.

Dopo anni di chiusura, la struttura ora si rimette in mostra per tornare in funzione. Bankitalia infatti apporta una grande novità di vendita: l’edificio può essere acquistato intero – con una superficie commerciale di circa 5 mila metri quadri -, oppure in singoli lotti, uno da 3.080 metri quadri a uso terziario-direzionale, l’altro da 1.920 metri quadri con prevalente destinazione d’uso residenziale.

Sicuramente visionare i locali abitativi di quelli che un tempo erano i direttori e i vicedirettori della filiera, con i loro mosaici a terra, le ampie imposte rivolte verso Piazza Mameli, i grandi terrazzi esterni, farà gola a molti imprenditori che non dovranno neanche impiegare molte risorse per rendere appetibili gli alloggi. L’intero edificio infatti nel corso degli anni è sempre stato manutenzionato a sufficienza: nell’ultimo periodo sono stati realizzati degli interventi per risolvere alcuni problemi di infiltrazione d’acqua ed è tutt’ora attivo un sistema di sorveglianza in presenza e con telecamere per preservare il luogo.

Oltre la superficie che occupa la decina di alloggi abitativi, l’edificio dell’ex Banca d’Italia vanta un’estensione che potrebbe essere investita in altre attività del settore terziario che andrebbero a impreziosire la città. Openspace e aree più ristrette potrebbero infatti rappresentare una buona collocazione per diverse realtà lavorative. Insomma, i presupposti per convertire l’edificio in una struttura con il cuore pulsante sembrano esserci tutti, l’unico ostacolo potrebbe essere il costo.

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Al momento non si hanno indicazioni sul prezzo preciso dell’immobile, si sa però che l’offerta dovrà essere accompagnata da un deposito cauzionale pari a 200 mila euro per l’intero complesso immobiliare o 100 mila per il singolo lotto. Nel 2013, il costo di vendita era posto a 15 milioni di euro, poi ribassato a 8 milioni, una proposta ritenuta eccessiva. Questa volta l’assegnazione dell’edificio sarà disposta “a favore del soggetto che avrà presentato l’offerta valida di valore più elevato a partire dal valore minimo di congruità fissato dalla banca, anche a seguito di eventuale sollecitazione al rialzo” fanno sapere dalla Banca d’Italia.

In una fase successiva alla scadenza del termine di presentazione delle offerte – lo scorso 20 aprile 2021 – e prima dell’apertura delle buste contenenti le offerte, “la banca determinerà il valore minimo di congruità dell’immobile a partire dal quale potrà essere disposta l’assegnazione dell’intero immobile o dei singoli lotti”. Prima si valuteranno le proposte per l’intera struttura, se nessuna risponderà ai criteri posti da Bankitalia si procederà a passare al vaglio le offerte dei singoli lotti.

A questo punto, per conoscere le sorti dell’edificio non resta che attendere la valutazione finale delle offerte. Chissà che questa sia la volta buona per recuperare un altro sito di valore non solo economico ma anche storico-culturale per Savona, per una città che sappia unire il bello con l’utile, la storia con il presente.

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