Pensiamoci

Intervista a storti

“S. Paolo contro S. Corona? Il vero problema è Savona, città in decadenza, poco sensibile e poco intraprendente”

Il presidente degli ‘Amici del San Paolo': “Tutto si giocherà sul nuovo piano della Regione. Disagi in contemporanea su Aurelia e autostrada possono mettere a rischio la vita delle persone"

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Savona. Giampiero Storti, presidente dell’Associazione “Amici del San Paolo”, riflette, pesa le parole, le scandisce. All’annuncio di quello che vuol essere il tema di questa intervista (se esista, nella sostanza, una rivalità, una contrapposizione, una differenza di interessi tra l’ospedale di Savona e quello di Pietra Ligure) quasi sbotta: “È’ un errore impostare in questo modo i problemi della nostra Sanità, e poi avremmo tutto da perderne”. Ma poi, da persona intellettualmente onesta quale è, non si sottrae alle domande. Dall’intervista scaturisce comunque un quadro desolante, e per certi versi sorprendente, di Savona e della sua politica.

Storti, si parla tanto dei problemi che hanno le partorienti dopo la chiusura temporanea del punto nascite del Santa Corona e poco, ad esempio, di quelli di coloro che sono colpito da ictus a Savona o in Valbormida, visto che la sua associazione si batte da sempre per la creazione al San Paolo di un centro ictus, che lei ha definito patologia “tempo dipendente”. Eppure i chilometri sono sempre quelli…

“Il Covid ha costretto a dirottare forze di tutti gli ospedali della Provincia verso la cura della pandemia. Manca poi personale in ostetricia e ginecologia, è vero, ma anche in altre specialità,  come anestesia e rianimazione, pronto soccorso, centro trasfusionale, e non è facile reperirlo. Detto questo, non si può sottacere che la legge prevede un centro ictus in ogni ospedale provinciale, come il San Paolo, senza contare che il comprensorio Savona-Valbormida conta più abitanti di quello Albenga-Finale. Questo è un vulnus che va finalmente colmato. Ma il vero problema contingente mi sembra un altro”.

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“Le note difficoltà alla circolazione annunciate in contemporanea su Aurelia e autostrade disegnano uno scenario drammatico e preoccupante, tale da mettere potenzialmente a repentaglio la vita delle persone. Non vedo per ora soluzioni realistiche e definitive. Su questo dovrebbero concentrarsi oggi gli sforzi di tutti”.

Torniamo al nostro tema principale. Il San Paolo è trascurato dalla politica, e quindi sostanzialmente dalla Regione, a favore del Santa Corona?

È così da trent’anni, per merito, dal loro punto di vista, di politici di ogni area, partendo dal passato, passando per l’assessore Iosi tanto per fare un esempio, fino ad arrivare ai giorni nostri. I ponentini – ovviamente direi – agiscono per il loro territorio e lo fanno molto bene. Non vedo lo stesso fervore a Savona”.

È un’accusa alla politica della città?

“È un’accusa, se di accuse vogliamo parlare, alla città, alla sua decadenza, alla mancanza di sensibilità e di intraprendenza. Si può fare eccezione per le prese di posizione di molti sindaci, principalmente del Levante, negli anni scorsi, ma è una stagione ormai finita”.

Tra gli Amici del San Paolo c’è anche chi ha messo in rilievo come Santa Corona sia difeso spesso anche da personaggi del mondo dello spettacolo, o comunque da testimonial importanti. Eppure savonesi sono, solo per citarne alcuni, Fabio Fazio, Carlo Freccero, Tatti Sanguineti, Aldo Grasso. Mai pensato di coinvolgerli?

“Io ricordo solo parole sprezzanti verso Savona di Freccero, che mi hanno colpito e stupito molto. Non dovremmo essere noi Amici del San Paolo a coinvolgere gli altri, fra l’altro tutte persone difficilmente avvicinabili. E comunque non siamo un Comitato politico”.

Stanno arrivando finanziamenti, dall’Inail e dalla Regione, per interventi strutturali sugli ospedali. Soddisfatto della ripartizione?

“Restiamo al quadro generale. La Regione deve preparare e presentare il prossimo piano socio sanitario, cominciando dall’eventuale eliminazione di Alisa. In realtà la popolazione della nostra provincia permetterebbe, rispettando le regole nazionali (e i relativi finanziamenti) la presenza di un solo grande ospedale, riservando agli altri ruoli specialistici, anche tenendo conto l’aspetto dell’aumento degli utenti nel periodo turistico. Non mi stupirebbe tanto un potenziamento del Santa Corona quanto il fatto che quell’ospedale è in condizioni di degrado assoluto”.

Come viene affrontata l’emergenza Covid?

“È un’emergenza epocale, si stanno facendo molti sforzi e dobbiamo sopportare molti sacrifici. Abbiamo 150 letti per il Covid tra Savona e Albenga, si è dovuto chiudere i Punti di primo intervento di Cairo e Albenga. E ora molte forze sono state ovviamente dirottate nei centri vaccinali. Insomma, il momento è difficile e delicato, ci auguriamo tutti che la campagna dei vaccini possa rivelarsi risolutiva”.

Concludendo, ci pare di capire che Storti pensa che Savona dovrebbe muoversi verso la Regione per tutelare gli interessi del San Paolo, ma che è irrimediabilmente pessimista sull’esito di questa operazione.