Liguria. Resterà a Roma trascorrendo la notte in macchina una parte della delegazione ligure dei ristoratori che sono scesi oggi nella Capitale per manifestare pacificamente e chiedere di poter aprire regolarmente i propri locali in sicurezza. Per alcuni questa giornata è stata una delusione, per altri si è trasformata in una ostinata volontà di arrivare comunque in fondo. Qualcuno tra i manifestanti giunti da tutta Italia, ha abbandonato il presidio del Circo Massimo, è stato bloccato dalle forze dell’ordine, e non ha potuto raggiungere Montecitorio.
Oggi la Capitale era blindata per paura di disordini come quelli di ieri. Così una delegazione diretta a Palazzo Chigi è stata fermata. “Una brutta giornata – racconta Riccardo Rebagliati, ristoratore di Celle Ligure – eravamo pacifici e tranquilli, ma non è servito a nulla”.
Il tragitto del ritorno sul pullman di una parte di ristoratori, se questa mattina rappresentava la strada della speranza, questa sera ha il sapore dell’amarezza. “Abbiamo perso soldi e ore di sonno – conclude Rebagliati -, siamo stanchi, ma la nostra pacifica richiesta d’aiuto, non si ferma qui”.
Infatti, nella Capitale, mentre qualcuno blocca l’Autostrada A1 Roma- Milano, sono rimasti alcuni colleghi liguri in attesa di risposte. Rocco Costanzo è uno di questi: “Abbiamo rifiutato di incontrare il sottosegretario e abbiamo avuto un colloquio con il deputato Stefano Fassina”. Ci spiega: “Basta foto e chiacchiere. Noi stiamo qui, vogliamo un dialogo tranquillo, educato e costruttivo. Senza violenza. Siamo imprenditori seri e non criminali”. Intanto si è intavolato un dialogo con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Questa volta vogliono concretezza, non solo promesse”.
“Noi stiamo qui fino a che non ci sarà qualcosa di scritto e di serio. Non vogliamo più parole, ma vedere la luce in fondo a questo tunnel” conclude.