Liguria. “Squadra che perde non si cambia. La Liguria ancora una volta rimane indietro”. Così inizia la nota di commento della “fronda degli amministratori” all’indomani dell’assemblea regionale fiume del Partito Democratico ligure. Il cui esito ha visto la conferma, almeno fino al congresso che dovrebbe tenersi in estate, dell’attuale gruppo dirigente.
“Dopo anni di ripetute sconfitte, quella di pochi mesi fa la peggiore nella storia del centrosinistra ligure, la classe dirigente responsabile di tutto ciò ha deciso ancora una volta di non saper ascoltare e di coprirsi a vicenda per non lasciare i propri incarichi”, scrivono esponenti del partito come, fra gli altri, Armando Sanna, Franco Marenco, Federico Romeo, Roberto Arboscello, Giancarlo Campora.
“Assistiamo purtroppo a persone che interpretano la politica come una carriera personale fine a sé stessa e non come un servizio rivolto alla comunità. Cosa unisce i pasdaran renziani di base riformista con i capi orlandiani di partito se non l’attaccamento al potere?”, continua la nota.
“Eppure gli elettori del Pd hanno dimostrato a più riprese che si sentono rappresentati da chi è sul territorio, nei luoghi veri che le persone frequentano, non dai professionisti dei caminetti della politica – si legge – nonostante la nostra scelta di ritirare la mozione di sfiducia, grazie al ruolo di mediazione di AreaDem per convergere su una proposta unitaria, la maggioranza dell’assemblea di ieri sera ha preferito spaccare il partito per difendere lo status quo frutto di numeri ed equilibri vecchi di 7 anni che da tempo non trovano più riscontro nell’elettorato”.
“Abbiamo portato avanti, con generosità, una proposta “terza”. Ci abbiamo provato, perché crediamo che il nostro partito in Liguria abbia bisogno di rinnovarsi, senza umiliazioni e senza scontri laceranti. Ci abbiamo provato perché è il nostro modo di intendere la politica e il nostro ruolo nella società, in particolare in questa drammatica fase di crisi sanitaria, economica e sociale. La nostra era quindi una proposta autonoma, che puntava alla composizione delle diverse opinioni e sensibilità, che portasse al rilancio del nostro Partito, in modo da ripartire con idee e proposte forti sul tema del lavoro e della giustizia sociale, del piano vaccinale e della gestione pandemica, delle infrastrutture e della sostenibilità ambientale del nostro territorio”.
“Con la proposta di Odg presentata da Arboscello e Guerello, che negli interventi aveva ricevuto consenso trasversale dei delegati, si poteva trovare la composizione politica e iniziare a parlare di temi. Andare a congresso a giugno, mantenere il segretario regionale per gestire questa ultima fase di transizione ma istituire anche un comitato politico rappresentativo di tutte le diverse sensibilità e idee. Abbiamo apprezzato il senso di responsabilità del gruppo che fa riferimento ad Armando Sanna, che ha deciso di fare un passo indietro per cercare di fare due avanti, ma resta l’amarezza per la gestione e la conclusione del nostro momento assembleare. Attraverso la controproposta dell’Odg sostenuto dall’Area Orlando e da Base riformista infatti, si è andati verso un altro percorso: distante dalla mediazione e che di fatto lascia tutto com’è o come era già scritto dovesse andare”.
“Questa occasione però è stata importante perché si è creato un gruppo che va al di là delle correnti e lavora insieme per un altro Pd. Non siamo frondisti, siamo la maggioranza del partito a Genova e Savona (persino in quella vecchia assemblea rappresentiamo più di un terzo dei rappresentanti a livello ligure). Un gruppo di amministratori e segretari di circolo che ha chiesto per primo di convocare gli organi e il congresso per procedere con una nuova fase. Senza di noi nulla si sarebbe mosso”.
“Al congresso presenteremo una nostra o un nostro candidato che proporrà un’idea alternativa di partito e di politica rispetto a quella rappresentata fino a oggi da Farello e da chi lo ha sostenuto fino all’ultimo minuto” concludono.