Savona. Sono all’ultimo posto nella catena dei lavoratori, quelli più sfruttati, perché di sfruttamento si tratta: si può ancora dire sfruttamento, come al tempo dei comunisti “veri”, oppure oggi si deve dire “logica di mercato”?
L’altro ieri sera c’è stato uno sciopero spontaneo di un’oretta dei rider di Deliveroo, una ventina in tutto, sul piazzale delle Officine: erano in attesa delle consegne di McDonald’s. La storia è ben descritta nel servizio di Andrea Chiovelli. Alcuni numeri li ripetiamo perché fanno riflettere. Ci sono più rider – ovviamente per la crisi – e così scende il compenso. Si è passati dai 5/5,70 euro a consegna ai 3,50/4. Qualche pensionato arrotonda e si accontenta. Per i giovani è più dura, soprattutto per chi magari deve già pensare a sfamare una famiglia.
Allargando il discorso, soprattutto alle grandi città, molto si discute attorno al lavoro di questi nuovi schiavi, e finalmente arrivano i primi riconoscimenti sul fatto che si tratti di lavoro subordinato, superando il concetto di appalti e subappalti. Perché prima non c’era (e in molti casi non c’è ancora) alcun tipo di tutela: niente assicurazione, malattia, riposi ne’ tantomeno ferie. In centri come Milano si vedono i rider infilarsi tra le auto, bruciare il rosso dei semafori, qualsiasi cosa pur di fare presto, fare più consegne o, peggio, non essere cacciati per aver accumulato ritardo.
Ma torniamo al nostro sciopero improvvisato delle Officine, corto e simbolico perché – come ha concluso il nostro direttore – c’è sempre qualcuno più disperato di te disposto a fare di più per meno.