Liguria. Il problema non è soltanto la carenza delle dosi di vaccino, arrivate in misura minore del previsto e finora solo promesse, ma anche la carenza di mani in grado di inoculare le dosi che ci sono. Tanto che il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti si è deciso a lanciare un messaggio al governo Draghi.
“Accelerare le forniture ma anche mandare un po’ di personale per dare una mano – dice il governatore – oggi ho scritto ai direttori generali delle aziende sanitarie di aumentare il lavoro domenicale ma rendiamoci conto anche del numero di tamponi e del lavoro negli ospedali”.
Come dire: non basta la materia prima. Non basta la logistica. Esiste un problema di personale. E se è vero che nei prossimi mesi un’accelerata potrà arrivare dall’accordo trovato tra il governo e i medici di famiglia (per 6 euro a iniezione si occuperanno di vaccinare i propri pazienti, con il farmaco Astrazeneca di cui dovrebbero arrivare 13 milioni di dosi nel prossimo mese), resta il fatto che al momento lo sforzo organizzativo non potrà andare oltre quelle 19 mila somministrazioni alla settimana annunciate dalla Regione e da Alisa.
Intanto oggi è previsto un nuovo vertice Asl 2 per mettere a punto altri passaggi della campagna vaccinale nel savonese, dopo un primo confronto con i distretti socio-sanitari: sul tavolo ulteriori aspetti organizzativi, come quello relativo alle prenotazioni nei piccoli comuni, sotto i 5 mila abitanti e il trasporto delle persone anziane nei centri operativi in provincia, fermo restando l’opzione di aprire altri punti dislocati nelle zone dell’entroterra per limitare gli spostamenti degli over 80.
In questa settimana l’azienda sanitaria savonese svolgerà un nuovo confronto con i distretti sanitari per trovare una quadra definitiva e procedere a ritmo spedito con il piano vaccinale.
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