Celle Ligure. Strappare un po’ di tempo alla giornata e trovare quello per andare al cimitero, dalla propria madre. Cosa già di per sé triste, se poi aggiungiamo l’amara sorpresa di trovare la lapide priva dei fiori che le si erano portati, la storia si fa ancora più pesante.
Camposanto di Celle, si entra, pochi passi sulla ghiaia e si gira a sinistra. È qui che qualcuno ha rubato i fiori da una lapide. Un mazzo di rose finte, minimo valore commerciale, massimo quello affettivo.
Questo è quanto accaduto ad una signora che, terminato di lavorare, nel primo pomeriggio di ieri, è andata al cimitero.
“Erano fiori finti, come si fa a rubare in un cimitero, da una tomba?” Poche parole, molta rabbia. Anche in un luogo di rispetto come questo esiste l’indifferenza. Il disprezzo. E non è la prima volta che qualcuno ruba dalle tombe, fiori e, addirittura oggetti che rappresentano sentimento e strazio insieme.
E la donna, mentre ci racconta l’accaduto, ci trasmette quell’amarezza di chi riceve un’offesa profonda. Guai a toccare una mamma, una persona che non c’è più: non si può oltraggiare in alcun modo, anche se parliamo di quattro fiori di stoffa. E, come detto, questo non è un fatto isolato. Sempre dalla stessa tomba, poco tempo fa, era sparita un’orchidea insieme al lumino ricaricabile.







