Liguria. “Non penso siano sufficienti le rassicurazioni, servono i vaccini”. E’ intransigente il commissario nazionale per l’emergenza pandemica Domenico Arcuri, a Genova per la commemorazione della morte di Guido Rossa all’ex Ilva in quanto amministratore delegato di Invitalia.
“Vaccini? Stiamo combattendo una battaglia lunga e molto faticosa, sono l’unico sistema per concludere questa battaglia e tornare alla normalità, non ne conosciamo altri e probabilmente non ne esistono altri – ha detto – stiamo reclamando alle aziende produttrici, in particolare una, che all’Italia arrivino tutti i vaccini che erano stati pianificati e che dovevano arrivare”.
“Nelle ultime settimane abbiamo accusato ritardi che non comprendiamo. Dobbiamo continuare a reclamare perché il diritto alla salute degli italiani non è un valore che si può negoziare, conclude Arcuri.
Intanto sono quattro le regioni con una classificazione di rischio alto – contro le 11 della settimana precedente – 11 quelle con rischio moderato (di cui cinque ad alto rischio di progressione nelle prossime settimane) e sei con rischio basso. Sicilia e Puglia hanno ancora un Rt maggiore di 1 mentre la media nazionale vede un sotto all’1. Così emerge dalla bozza del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di Sanità. In sostanza, le regioni a rischio alto di epidemia sono nove.
“Nel periodo 30 dicembre 2020 – 12 gennaio 2020, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato a livello nazionale pari a 0,97 in diminuzione dopo cinque settimane di crescita; e sotto uno, anche se con un limite superiore dell’intervallo di credibilità sopra uno”, scrivono i tecnici.
“L’epidemia resta in una fase delicata – la premessa del testo – e un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale”.
Sul fronte delle terapie intensive e le aree mediche: sono 12 le regioni sopra la soglia critica (stesso numero della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sceso sotto la soglia critica (30%).