Luca Tarabotto ha fatto un passo indietro rispetto al ruolo di primo allenatore del Vado. Ma non per questo il suo impegno nei confronti del club rossoblù verrà meno. “Rimarrò a far parte dello staff del Vado e continuerò a dare il mio contributo sia a livello societario sia sul campo. Vado è la società dove lavoro e mi sento molto legato a questi colori. Da quando la famiglia Tarabotto ha preso le redini di questo sodalizio, il Vado gode del rispetto di tutti e ci tengo che sia sempre così”.
Una decisione importante che il tecnico genovese spiega in primis assumendosi le proprie responsabilità: “Motivi personali fanno sì che io non possa assicurare la mia presenza in tutte le trasferte e questo rende anche più difficile la quotidianità della settimana, è quindi giusto che il Vado abbia sempre la stessa figura a guidare la squadra in panchina”.
Tarabotto, tuttavia, analizza più in profondità questa decisione sicuramente sofferta partendo da una semplice ma efficace metafora: “Quando un vestito non te lo senti troppo bene addosso, non devi comprarlo per forza”.
“Mi spiego – prosegue Tarabotto – anche lo scorso anno non riuscii a seguire la squadra lontano da Vado, ma non era sorto alcun problema. Quest’anno si è venuta a creare una situazione a seguito della quale mi sono sentito meno autorevole di quanto dovrebbe essere l’allenatore di una squadra di calcio. A livello interiore, mi sono sentito un po’ meno centrale e le cose non stavano andando appieno come avrei voluto. Non è una polemica, ci mancherebbe, ma semplicemente la spiegazione del mio stato d’animo e del perché ho optato per questa decisione”.
“Sono sicuro che alla ripresa – conclude Tarabotto – il Vado potrà tornare a dire la sua. Io ci sarò sempre e tengo a sottolineare come sarà importante che la mia voce venga ascoltata. Sono una persona molto disponibile al dialogo, ma certe cose è bene che siano chiare fin da subito”.