Alassio. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ex sindaco di Alassio Enzo Canepa per la cosiddetta ordinanza “anti migranti”. La sentenza è arrivata dopo l’udienza che si è svolta il 4 dicembre.
Così, dopo la colpevolezza emessa dal Tribunale di Savona (con una condanna di 4mila euro di multa emessa dal giudice Francesco Giannone) e successivamente dalla Corte d’Appello di Genova, anche la Cassazione ha ribadito quanto stabilito nei due precedenti gradi di giudizio.
L’ex sindaco Canepa, finito nella bufera mediatica per il provvedimento adottato durante il suo mandato da primo cittadino, era arrivato a giudizio dopo essersi opposto al decreto penale di condanna emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Savona.
L’ordinanza del Comune alassino era stata poi annullata dal Tribunale civile di Genova.
Rammarico, amarezza e delusione per Enzo Canepa, che ha così commentato la sentenza della Cassazione: “Ribadisco che l’ordinanza in questione non aveva alcun intento discriminatorio né tantomeno razzista, bensì aveva lo scopo di tutelare i cittadini di Alassio: l’ordinanza era stata emessa a tutela della comunità alassina e nell’interesse della salute pubblica, considerando alcuni casi di scabbia e forme di broncopolmoniti virali presenti nel ponente ligure”.
“Nel merito, anche nel procedimento in Appello il pubblico ministero aveva riconosciuto che nell’ordinanza non c’era alcuna intenzione di dolo o sfondo razzista“.
“Ora attendo di conoscere le motivazioni della sentenza per commentare in maniera più dettagliata e approfondita” ha concluso l’ex primo cittadino e attuale consigliere di minoranza ad Alassio.
A difesa di Enzo Canpea era sceso in campo nei giorni scorsi anche l’attuale capogruppo in Consiglio regionale di Cambiamo Angelo Vaccarezza: “L’urgenza dell’atto, era stata determinata dalla richiesta della Prefettura alle Forze dell’Ordine dell’elenco degli alberghi dismessi con l’intenzione di requisirli (6 strutture in zona centrale) da destinare all’accoglienza. Enzo Canepa, per aver cercato di tutelare i suoi concittadini, è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Savona al pagamento di 4mila euro di multa, e in secondo grado dalla Corte d’Appello di Genova. Lo difesi allora e, con ancora più convinzione lo faccio adesso“.
“Il panorama dell’attuale situazione sanitaria è preoccupante da mesi, stiamo combattendo una guerra difficile, complessa, che si trascinerà dietro conseguenze che forse nemmeno immaginiamo”.
“Ho fatto il sindaco per tanti anni, e so quanto difficile possa essere il compito degli amministratori: sempre in prima linea, con responsabilità, affrontando i problemi delle comunità, spesso con risorse assolutamente non commisurate alle effettive necessità, carenza di organico e ostaggi della burocrazia. Garantire servizi ai cittadini significa anche e soprattutto tutelare la loro salute ed Enzo così ha fatto”.
“Enzo non ha mai, nella sua storia personale e politica, adottato misure e /o comportamenti discriminanti nei confronti di persone provenienti da altri paesi“.
“La storia recente ci ha insegnato, (o almeno avrebbe dovuto farlo) che le misure di tutela della salute devono riguardare tutti in egual misura. Pieno diritto che chi vuol vivere qui, proveniendo da un’altra realtà possa farlo, rispettando però tutte le norme, anche quella sanitarie, come facciamo noi. Non la considero un’idea folle, ma un procedimento di buon senso per tutti” ha concluso Vaccarezza.
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