In manette

Aggressione ai due poliziotti in via delle Trincee: tre nuovi arresti

L’episodio risale al 10 di ottobre, quando gli agenti erano stati presi a calci e pugni durante un controllo anti-covid

Polizia Questura Savona Reparto Prevenzione Crimine

Savona. Identificati altri tre ecuadoriani, protagonisti dell’aggressione a due poliziotti nei giardini di via della Trincee. Ieri gli agenti della Squadra Mobile hanno eseguito nei loro confronti tre misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesse dall’Autorità Giudiziaria di Savona con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate.

L’episodio risale al 10 di ottobre, quando i due poliziotti avevano notato due persone senza mascherina e le avevano invitate ad indossarla, ma uno di loro prima si era rifiutato (anche di declinare le proprie generalità), poi ha minacciato gli agenti e li ha presi a calci e pugni insieme a un gruppo di amici arrivati in soccorso.

L’uomo, un trentatreenne di origine ecuadoriane, inizialmente era riuscito a fuggire, ma poi è stato catturato e arrestato. Le indagini avevano portato anche alla denuncia di un suo connazionale di trentanove anni e di una ventenne italiana, a cui erano state chieste le generalità perché presente sul posto. La donna era stata denunciata per i reati di violenza, minaccia e oltraggio a Pubblico Ufficiale.

Erano riusciti invece a cavarsela gli altri componenti del gruppo che, dopo due colpi di pistola a salve sparati da uno dei due poliziotti, erano fuggiti.

Numerosi i commenti a condanna dell’episodio, a partire dal Prefetto di Savona Antonio Cananà, che lo ha definito “inaccettabile”. Grande preoccupazione per i sindacati Siap e Siulp, che avevano dichiarato: “E’ necessario che il personale che si trova in mezzo alla strada possa lavorare in sicurezza”, pensiero condiviso anche dalla federazione Silp Cgil/Uil Polizia. Sulla questione era intervenuto anche il Questore Giannina Roatta in un incontro con un rappresentante savonese di Usei (Unione di Solidaretà degli Ecuadoriani) sottolineando che non si tratta di “un problema di nazionalità, ma di rispetto”. Infine il consigliere regionale Angelo Vaccarezza aveva commentato: “Le persone chiedono regole e poi fanno di tutto per non seguirle, frustrazione che si trasforma in aggressività”. Non erano mancate anche le polemiche politiche con la Lista 2.0 che aveva attaccato duramente la minoranza: “Prima hanno criticato l’acquisto di un nuovo sistema di videosorveglianza. Ora urlano il contrario”.

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