Operazione

Blitz contro la pedopornografia online, perquisizioni anche a Savona

In tutto 3 persone sono state arrestate in flagranza e altre 17 denunciate

Operazione Met Art, sgomincata rete di pedopornografia
Foto d'archivio

Savona. Uno scambio di foto e video pedopornografici nel “dark web”: 3 persone sono state arrestate in flagranza e altre 17 denunciate. Sono tutti ritenuti responsabili di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico nonché istigazione a consumare rapporti sessuali con minori. Questo è il bilancio dell’operazione “Scacco matto”, condotta dalla Polizia postale di Catania in collaborazione con il Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online (C.n.c.p.o.) del Servizio polizia postale e delle comunicazioni, portata a termine in diverse regioni italiane e coordinata dalla Procura distrettuale di Catania.

Nell’ambito dell’operazione sono state eseguite perquisizioni anche a Savona. In tutto sono state effettuate perquisizioni domiciliari, personali ed informatiche nei confronti di 20 indagati, residenti in varie città d´Italia, mentre altri utenti, residenti all’estero, sono stati segnalati alle competenti autorità straniere.

Una lunga attività d’indagine sottocopertura, nata dal monitoraggio del Web, ha portato alla scoperta di un sito ospitato su server di un Paese estero; qui gli agenti hanno scoperto immagini di pornografia minorile e commenti che istigavano esplicitamente alla commissione di atti sessuali su minori. Il sito era “frequentato” da centinaia di utenti che, una volta entrati in contatto tra loro, si spostavano su altre piattaforme virtuali ritenute più sicure, utilizzando sistemi che li rendevano anonimi e servizi di messaggistica crittografata.

Gli utenti si scambiavano foto e video di natura pedopornografica, catalogati in base a criteri di età, sesso ed etnia, con abusi su minori, anche neonati, vittime di pratiche di sadismo. In diverse occasioni condividevano racconti di loro presunte esperienze sessuali con minorenni. Gli agenti infiltrati hanno lavorato per oltre un anno, fingendosi pedofili; ciò ha consentito di identificare sia gli utenti anonimi che tre vittime e anche i luoghi dove avvenivano gli abusi.

Gli agenti, nel corso delle perquisizioni, hanno sequestrato molto materiale che sarà sottoposto ad approfondite analisi informatiche. Disposti, inoltre, i protocolli a tutela dei minori coinvolti direttamente ed indirettamente nell’indagine.