L'intervista

Cairese, Francesco Saviozzi: “Sono rimasto per l’affetto di tifosi e società nei miei confronti”

L'attaccante racconta cosa è accaduto durante l'estate e commenta, in particolare, i suoi rapporti con Alessi e con mister Benzi

Cairo Montenotte. Il post lockdown e la bella stagione hanno portato una fitta schiera di corteggiatori desiderosi di conquistare le prestazioni sportive di capitan Francesco Saviozzi. Dopo le riflessioni del caso, doverose quando tra le pretendenti vi sono realtà di assoluto prestigio, la scelta è stata rimanere in gialloblù. Nella società dove è cresciuto, che lo ha lanciato tra i grandi e di cui adesso è un indiscutibile punto di forza.

Nell’intervista realizzata dall’addetto stampa Daniele Siri, Saviozzi dichiara: “Purtroppo per questo Covid non siano riusciti a terminare la stagione, dispiace tantissimo anche perché eravamo quarti, potevamo dire la nostra, mancavano diverse partite e secondo me potevamo arrivare, se non secondi, almeno terzi. Con le prime tre della classe non avevamo mai perso, anzi avevamo vinto con Sestri Levante e Albenga. Ci mancava l’Imperia al ritorno. Purtroppo siamo rimasti chiusi in casa ed è iniziata poi l’estate. Dopo alcuni corteggiamenti ho deciso di rimanere qua; mi hanno fatto piacere perché mi fanno capire che in questi anni qualcosa di buono l’ho fatto. Tra l’amore che c’è per la Cairese, quello dei tifosi e la società nei miei confronti, mi hanno fatto rimanere qua. L’avevo subito detto: se devo cambiare è per puntare più in alto, perché uno che gioca a calcio deve puntare sempre ad andare più in alto possibile e io, se cambiavo, aveva un’opportunità di andare in una categoria superiore. Non è avvenuto; il mio primo pensiero, l’ho sempre detto, era quello di rimanere qua. Grazie alla società sono rimasto e sono contentissimo”.

Il fatto che sia tornato Diego Alessi “ha inciso parecchio – ammette Francesco -, ma ha inciso soprattutto anche il bene che i cittadini e tifosi della Cairese hanno nei miei confronti, perché ho ricevuto molti messaggi e telefonate. Anche Diego mi ha telefonato, con lui ho un rapporto fraterno. Ha inciso anche il fatto che è tornato il mister che mi ha fatto esordire e sono rimasti molti miei compagni più ‘anzianotti’, quali Moraglio, Facello, Prato, Doffo, Piana, Pastorino: tutta gente che mi è sempre stata vicino e mi ha convinto sempre di più a rimanere. Mi è andata benissimo così”.

In due anni Alessi e Saviozzi hanno fatto ottantasette gol, messi insieme. “Ciò che promettiamo è che metteremo il cento per cento e la maglia la suderemo tutte le partite. Speriamo di fare qualche gol come abbiamo fatto; vedremo partita per partita e punteremo sempre più in alto” dice l’attaccante.

Con mister Benzi, Saviozzi esordì in prima squadra. “Il ricordo – racconta – era dell’anno precedente, che non avevo esordito. Era l’anno che la Cairese doveva salire in Serie D; io ero andato a febbraio ad allenarmi e basta. Ero andato a fare una panchina, me l’aveva detto il buon Carlo Pizzorno, ed era un’emozione incredibile perché c’era gente del calibro di Lorieri, Solari, Chiarlone, Giribone, lo stesso Alessi, Barone, da categorie superiori. Ed era già emozionante per me allenarmi. Poi l’anno dopo sono rimasto, mister Benzi mi aveva detto ‘se io rimango il prossimo anno, tu rimani qua con me, ti porto in prima squadra’ e mi ha fatto esordire in trasferta contro il Rivasamba, perdemmo 2 a 0. La partita dopo ero partito titolare e avevamo vinto 3 a 0 contro il Campomorone in casa ed è stata un’emozione incredibile, perché avevo 17/18 anni e di fronte al tuo pubblico di casa è un’emozione particolare. L’unico rammarico che ho è che ero un po’ troppo timoroso al tempo; avessi levato un po’ la paura e quell’ansia che avevo magari potevo fare qualche gol in più, però sono contentissimo così. Adesso sono diventato capitano“.

Francesco fece anche un’esperienza al Pallare. “Fare Prima Categoria al tempo, che era anche più di alto livello, mi ha insegnato tanto. Ho preso tante botte, mi ha fatto maturare, ho avuto compagni anche come Ognjanovic, Berta, lo stesso Mignone, Di Mare, che mi hanno fatto crescere a livello umano. Ho fatto tre stagioni spettacolari, mi sono divertito un sacco in quegli anni. Poi c’è stato il ritorno qui a Cairo e nel primo anno in Promozione non me lo sarei mai aspettato di fare quei ventuno gol alla fine della stagione. Avevo come compagno Diego, mi ha dato una grossissima mano e da lì è partita la famosa coppia – conclude -; speriamo di continuare quest’anno“.

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