Savona. “Il presidente Toti sta rispettando la legge regionale relativa alle procedure riguardanti la progettazione e l’approvazione del progetto di completamento del raddoppio ferroviario nel ponente savonese? Secondo noi no!”. A dirlo è il portavoce dei Verdi della provincia di Savona Gabriello Castellazzi.
“In Francia grazie alla legge ‘Barnier’ del 1995 esiste un sistema che regola la partecipazione dei territori al processo decisionale riguardante la realizzazione di infrastrutture importanti – continua – L’organizzazione di questo ‘debat public’ segue procedure precise che vedono il coinvolgimento di tutti i soggetti (pubblici e privati, organizzati o no) ‘stakeholder’, ovvero detentori di interessi inerenti l’opera che deve essere realizzata”.
“Il ‘dibattito pubblico’ è una procedura introdotta in conformità alla normativa europea sulla trasparenza degli atti amministrativi per migliorare la qualità e l’efficacia delle decisioni pubbliche mediante la più ampia partecipazione dei cittadini e delle amministrazioni interessate alla realizzazione di opere che hanno un significativo impatto ambientale – spiega ancora Castellazzi – Esso si svolge nella fase iniziale della progettazione in relazione ai contenuti del progetto di fattibilità, ovvero del documento di fattibilità delle alternative progettuali quando il proponente è ancora nelle condizioni di poter scegliere se realizzare l’opera ed eventualmente quali modifiche apportare al progetto originale”.
“Firmando il Trattato di Lisbona sul funzionamento dell’Unione Europea l’Italia ha accettato e fatta propria questa corretta modalità di partecipazione attiva e democratica di tutti i cittadini – dice il portavoce dei Verdi – Infatti anche la Regione Liguria attraverso la legge 16 febbraio 2016 si è uniformata e ha disciplinato le ‘Misure per il rafforzamento delle fasi di progettazione e finanziamento di opere pubbliche di particolare rilievo’, precisando all’articolo 18 che ‘al fine di individuare le soluzioni ottimali, di assicurare maggior certezza dei tempi di realizzazione nonché di promuovere l’accettazione sociale da parte delle collettività locali interessate, la Regione definisce le procedure per una esaustiva forma di dibattito pubblico sulla base di un adeguato livello di progettazione'”.
“Tuttavia questa procedura, obbligatoria e vincolante, nel ponente savonese non è mai partita pur essendo ben note a tutti le problematiche relative al raddoppio ferroviario tra Finale Ligure e Andora – critica l’esponente del partito – Il recente inserimento, da parte dell’attuale Governo di questa opera tra i lavori prioritari del Decreto Semplificazioni ha riacceso il dibattito tra le amministrazioni comunali e le diverse associazioni che contestano le modalità di realizzazione di un progetto che si basa ancora su proposte incomplete e non definitive”.
“In particolare si considera sbagliato uno spostamento verso l’entroterra che obbligherebbe un eccessivo consumo di terreno agricolo, l’occupazione di aree protette, l’allontanamento delle stazioni dai centri urbani costieri – afferma Castellazzi – È pur vero che esiste la necessità di completamento e ammodernamento di una vecchia linea ferroviaria realizzata alla metà del diciannovesimo secolo (l’inaugurazione del tratto fino a Ventimiglia avvenne il 25 gennaio 1872 ) ma chi, fino ad oggi, ha potuto esaminare seriamente i diversi progetti annunciati? Chi, rispettando la legge, ha potuto vagliare le soluzioni derivanti da una valutazione ambientale collegata a precisi calcoli economici?”.
Secondo i Verdi savonesi “è necessario recuperare il tempo perduto dalla Giunta Toti e ottemperare finalmente a ciò che dice la legge. In definitiva è auspicabile un deciso cambio di rotta con la formazione di una nuova giunta guidata da Ferruccio Sansa che riporti in Liguria il rispetto delle regole democratiche”.