"palanche"

Savona al secondo posto per la bolletta dell’acqua meno cara in Liguria

Secondo i dati di Cittadinattiva nel 2019 spesi 301 € contro i 506 € di Genova

acqua rubinetto

Nel 2019 Savona si è attestata come il secondo capoluogo in Liguria in cui la bolletta dell’acqua costa meno: 301 € per un appartamento di 192 mc (+2.6% rispetto al 2018) e 218 € per uno da 150 mc (+2.3%). In totale è di 380 € la cifra spesa nel 2019 da una famiglia ligure (434 € la media nazionale). Notevoli le differenze tariffarie fra gli altri singoli capoluoghi di provincia: 218 € ad Imperia, 497 a La Spezia e 506 a Genova.

La Città della Torretta può vantare anche la seconda minore percentuale di dispersione idrica tra tutte le quattro città principali della regione: solo il 33.5%. La media regionale è del 38%: La Spezia ha il dato più alto (52.4%), seguono Genova (39%) e, dopo Savona, Imperia (28,3%).

La fotografia emerge dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva realizzato nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”, finanziato dal Ministero dello sviluppo economico (DM 7 febbraio 2018). Le tariffe sono indicate rispetto ad una famiglia tipo di tre componenti e un consumo annuo di 192 metri cubi.

Liguria costi bolletta acqua 2019 Cittadinanza Attiva

In Italia Grosseto e Siena si confermano i capoluoghi più cari con una spesa media a famiglia di 781 € mentre Isernia resta ancora la più economica con 130 €. Le regioni centrali confermano il primato per le tariffe più alte con 595 € annuali (+2,7% rispetto al 2018) ma l’incremento maggiore si rileva nel Sud e Isole (+3,1%). A livello regionale, le famiglie più “tartassate” risiedono nell’ordine in Toscana (688 €), Umbria (531€), Marche (527 €) ed Emilia Romagna (511 €). La regione più economica resta il Molise con 163 € l’anno.

Con un uso più consapevole e razionale di acqua, quantizzato in 150 mc invece di 192 mc l’anno, una famiglia media avrebbe un risparmio medio di 115€circa a livello nazionale e di circa 105 euro in Liguria. Ad esempio in un anno si possono risparmiare 42 mc di acqua con questi piccoli accorgimenti: sostituendo, una volta su due, la doccia al bagno (risparmio di 4,5 mc), riparando un rubinetto (21 mc), usando lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico (8,2 mc), chiudendo il rubinetto mentre si lavano i denti (8,7 mc).

Il rapporto restituisce una fotografia della purtroppo disparata geografia dell’Italia in termini di erogazione del servizio idrico integrato riguardo gli aspetti tariffari, la qualità e le tutele. Tali informazioni sono disponibili, con indicazione precisa delle fonti su Informap, la cartina navigabile che rende fruibili, per ogni capoluogo di provincia, informazioni e approfondimenti su tariffe e agevolazioni, qualità, tutele e altri riferimenti utili.

I DATI SULLA DISPERSIONE IDRICA

In riferimento ai soli capoluoghi di provincia italiani, dagli ultimi dati Istat disponibili (2018) emerge che a livello nazionale va dispersa il 37% dell’acqua immessa, con evidenti differenze nelle differenti aree geografiche e singole regioni: si va dal 45% nel Sud ed isole, al 40% al Centro e al 29% al Nord. In testa per livelli di dispersione il Lazio con il 56%, segue la Sardegna con il 52% e l’Abruzzo con il 51%. La Liguria si ferma al 38%.

Le cause sono da ricercare nella vetustà delle reti e degli impianti che, soprattutto nei grandi centri urbani, sono stati realizzati da oltre 30 anni nel 60% dei casi e da oltre 50 anni nel 25%.

FAMIGLIE SODDISFATTE DELL’ACQUA PUBBLICA?

Famiglie mediamente soddisfatte dell’acqua di rubinetto ma vorrebbero vederci chiaro su qualità e bollette. Secondo dati Istat, l’86,6% delle famiglie si dichiara molto (22,2%) o abbastanza soddisfatte (64,4%) del servizio idrico, contro un 13,3% poco o per niente soddisfatto.

I livelli di soddisfazione espressi dalle famiglie italiane diminuiscono spostandosi dalle aree del Nord verso il Centro e quindi al Sud e nelle Isole. Le criticità più marcate riguardano soprattutto Calabria, Sardegna e Sicilia, dove le famiglie poco o per niente soddisfatte rappresentano rispettivamente il 36%, il 35,1% e il 29,1% del totale. in particolare una famiglia su tre si dichiara poco soddisfatta della comprensibilità delle bollette, quasi una su quattro di odore, limpidezza e sapore dell’acqua di rubinetto.

Dall’analisi delle Carte dei servizi emerge inoltre che nel 63% non viene data alcuna informazione sul bonus sociale a disposizione delle famiglie e in un caso su tre non viene data alcuna informazione sulla qualità dell’acqua erogata.